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L'editoriale del giovedì

Italiano, fiducia incondizionata della società. Jovic sarà tagliato a gennaio?

Enzo Bucchioni
Enzo Bucchioni scrive per Violanews il suo pensiero sul momento della Fiorentina aspettando la partita contro l'Inter di sabato sera

Enzo Bucchioni

Il momento non è bello e neppure simpatico. E’ evidente che la Fiorentina stia facendo fatica, che non sia più quella spettacolare dell’anno scorso, che ci siano dei problemi, ma ho già scritto mille volte che una società che si rispetti è proprio in questi momenti che deve avere la lucidità e la freddezza per capire come e dove intervenire per invertire la rotta. La Fiorentina lo sta facendo. Vincenzo Italiano è nel mirino dei soliti noti da inizio stagione, subissato da critiche eccessive, da continue richieste di cambiamento di modulo di gioco, qualcuno ha parlato di esonero, ho quasi la sensazione che qualcuno goda a dimostrare che il grande allenatore dei 22 punti in più e del grande gioco sia in realtà soltanto un bluff. Ho detto i soliti, fra presunti opinionisti e presunti giornalisti, rancorosi e nullafacenti, la lista è lunga.

La Fiorentina è con Italiano

Bene. Cosa ha deciso la Fiorentina? Di stringersi attorno a Italiano, di proteggerlo, di farlo lavorare in pace affinché corregga gli errori e trovi la strada per ripartire. Rocco Commisso, in particolare, ha assoluta fiducia nel suo allenatore nonostante non sia un giochista, ma in cuor suo ami più un calcio italianista. Dirò di più: fiducia incondizionata. Chi pensa il contrario è l’assurdo in persona, come cantava Bennato. Italiano è l’allenatore giovane, terzo anno di serie A, fra i più interessanti. Ha prima salvato lo Spezia, poi ha fatto il miracolo di riportare la Fiorentina in Europa con i famosi 22 punti in più appena ricordati e un grande gioco e adesso devo sentire da chi magari ha visto dieci partite forse senza capirle, che Italiano è un integralista? Italiano è Italiano. Punto. Di sicuro non sta giocando bene neppure lui, come si direbbe di un calciatore. Ha avuto e sta avendo qualche problema nella gestione del doppio impegno settimanale, è la prima volta che gli succede, si sta adeguando, ambientando, sta cambiando qualcosa nel suo modo di lavorare. Tutto normale. Nei giorni scorsi Minotti ha raccontato a Radio Bruno che successe anche a Nevio Scala prima che decollasse con il Grande Parma. Ma poi, facendo il parallelo con un giocatore, quando un talento non è in forma, magari non segna, che fai lo vendi o lo aspetti? Italiano è un talento della panchina e lo hanno detto tutti i più grandi allenatori italiani da Sacchi a Lippi, e come tale va accompagnato in questo suo momento difficile. Ne può uscire soltanto lui, in armonia con la squadra, con il gruppo che ha dimostrato di essere la sua forza. La Fiorentina è compatta e pensa questo, fregandosene di tutto quello che arriva dall’esterno. Fra l’altro è evidente che lo stesso allenatore abbia cambiato qualcosa nel suo gioco alla ricerca di una maggiore efficacia e di strade nuove.

Il 4-3-3 camaleonte, ma non basta

Chi riesce a vedere oltre l’erba avrà notato una maggiore verticalizzazione, e in quanto al modulo ho già scritto diverse volte che il calcio è un gioco fluido. Il modulo di partenza 4-3-3 evolve spesso durante la gara, avrete visto e se non l’avete visto fateci caso, che un centrocampista diventa spesso un attaccante aggiunto affiancandosi al centroavanti. Avrete notato che gli esterni erano spesso in mezzo al campo. Kouamè ha fatto gol nella posizione del centravanti. Poi c’è chi vorrebbe due attaccanti vicini, un calcio diverso, ma sono opinioni. Italiano ha le sue idee, come tutti gli allenatori, e lavora su queste. E poi, caso mai, non è un problema di modulo. Mancano la cattiveria, l’intensità, la rabbia agonistica dell’anno scorso. Come se questa squadra si fosse un po’ spenta, abbia esaurito la sua carica. E’ su questo, più che sui moduli, che si deve lavorare e ragionare. Ci sono poi da recuperare alcuni giocatori in evidente difficoltà rispetto all’anno scorso e non è soltanto Igor (clamoroso) ad avere un rendimento al di sotto delle attese. Sono soprattutto i nuovi a non avere apportato quello che ci si sarebbe aspettato, da Barak a Mandragora, ma anche gli infortuni di Nico e Dodo hanno di sicuro condizionato il lavoro dell’allenatore. In particolare, però, c’è ancora una volta da sottolineare come qualsiasi tecnico avrebbe avuto dei problemi con la sterilità degli attaccanti. E’ evidente che Cabral e Ikonè, gli acquisti di gennaio, non abbiano avuto un giusto impatto con il nostro campionato. Il dubbio che non siano adatti, che non riescano più a sbloccarsi ora sta diventando tema di discussione e di timore.

Il caso-Jovic

Per non parlare poi di Jovic sul quale c’erano tante speranze. E’ vero, e si sapeva, che siamo davanti a un giocatore da recuperare, trattasi di scommessa, ma da luglio a oggi i progressi sono veramente minimi. Torniamo al sodo: i centravanti hanno fatto due gol in due e c’è chi dà la colpa a Italiano? Scherzando e con rispetto ci sarebbe da dare un consiglio, non ai tifosi che possono pensare quello che vogliono, è legittimo, ma a chi crede di fare opinione nel suo condominio: fatevi vedere da uno bravo. Dunque, fiducia a Italiano. Ripartiamo da qui con la speranza che vira verso la certezza, che l’allenatore riesca a trovare una soluzione e alcuni giocatori-chiave tornino a un rendimento ottimale. Molte delle difficoltà dipendono anche dai tre impegni settimanali, non dimentichiamolo mai. Molti di questi giocatori non erano abituati, quasi tutti, e non è un fatto secondario. Se non dovessero cambiare le cose, proprio sui giocatori e non sull’allenatore andrà fatta una riflessione. Cabral e Ikonè sono costati più di trenta milioni, una grossa cifra. E’ evidente che l’investimento vada protetto, i due non si possono certamente buttare a mare. Si dovrà insistere, si cercherà una soluzione magari nel mercato estivo. Non puoi svenderli o liberartene, sono un patrimonio. Che fare? L’anello più debole, a questo punto, potrebbe diventare Jovic, costato praticamente niente. Fra l’altro alle prese con un infortunio che per fortuna non è muscolare, ma articolare. Non si sa ancora se con l’Inter ci sarà. Detto questo, è vero che potenzialmente è il più talentuoso, Italiano ha deciso di dargli fiducia, ma se non ci dovessero essere dei passi avanti, se anche al mondiale in Qatar dovesse confermare il rendimento e l’atteggiamento blando mostrato fino ad oggi, probabilmente a gennaio sarà lui nel mirino. In accordo con Ramadani, procuratore amico della Fiorentina, una strada andrà trovata e battuta.

Il mercato e l'Inter

Quello che è certo è che la Fiorentina non potrà riprendere il campionato dopo la sosta per i mondiali con un attacco che non segna, con tutti gli attaccanti alle prese con una crisi irreversibile. Il tempo per fare un’analisi e sondare il mercato non manca. Ho scritto di Arnautovic del Bologna e ho visto che in tanti mi sono venuti dietro e li ringrazio, ma vorrei specificare che è un’idea mia. In questo momento la Fiorentina non si è ancora mossa, sta semplicemente valutando. Resta il fatto che Arnautovic è tanta roba e non s’è ancora capito se nel nuovo corso di Thiago Motta sia un intoccabile come con Mihajlovic. Vedremo. Comunque un profilo simile, anche di attaccante esperto, magari in prestito per sei mesi, si dovrà puntare. Torno perfino a dire che N’Zola dello Spezia, non un genio del pallone, chissà quanti gol avrebbe fatto in questa Fiorentina. Cabral e Jovic uno a testa nella squadra che fra più tiri di tutte le venti del campionato. E poi parlano di Italiano… Per capire se una reazione è in atto, sabato arriva l’Inter. Proprio l’anno scorso, in casa con i nerazzurri, la Fiorentina giocò un primo tempo spettacolare. Di livello assoluto. Forse anche troppo, a quei ritmi non si possono giocare 90'. Però da quell’idea di calcio, forse utopica, bisogna ripartire, dall’idea che questa squadra può battere chiunque e contro chiunque ci deve provare. C’è da ritrovare la personalità e cacciare le paure, affrontare l’Inter forse può aiutare. Ovviamente ci sono categorie di differenza, ma contro il Napoli capolista la Fiorentina non ha sfigurato. Anzi. Bisogna ritrovare il filo del discorso e sabato può diventare la partita giusta. Nelle difficoltà ci si può anche esaltare e cinque giorni preparare questa sfida possono aiutare.

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