Vado perfino oltre il risultato
—A Bergamo vorrei cancellare dalla memoria le prime cinque incomprensibili partite della gestione Palladino, cinque pareggi senza senso, vorrei cominciare a vedere la Viola muoversi da squadra, con personalità, con conoscenze, compattezza e solidità. E mi basta poco. Non penso che in quindici giorni si possano fare dei miracoli, ma dei progressi sì. Quello che ha preoccupato nelle prime partite è vedere sempre i soliti errori, lo stesso atteggiamento, la confusione, un allenatore che ha ruotato venticinque giocatori senza arrivare a una sintesi precisa. Dopo quindici giorni di lavoro tranquillo al Viola Park, due mesi dopo l’inizio della preparazione, ora è logico aspettarsi un minimo di gioco, un minimo di personalità, una base sulla quale cominciare un nuovo ciclo. Servirà altro tempo, ovvio, ma da Bergamo devono arrivare dei segnali ben precisi capaci di raccontare che la squadra sta cambiando pelle e sta soprattutto cominciando a capire il calcio di Palladino.
E qui non si può non parlare di moduli e di formazioni. Nelle prime gare l’allenatore ha proposto un 3-4-2-1 che ha mostrato limiti enormi in entrambe le fasi, ma soprattutto in quella difensiva. Il centrocampo non ha saputo nè proteggere, nè far ripartire l’azione. La difesa è sembrata impacciata, senza una guida, costretta spesso all’uno contro uno. Si è parlato di difficoltà dei difensori nel passare a giocare a tre dopo tanti anni a quattro. Mi sembra eccessivo. Tutti gli allenatori con i quali ho parlato mi dicono che in due-tre settimane la trasformazione è possibile. Lo stesso Palladino a Monza passava dai tre ai quattro e la squadra non ha avuto impacci. Problema di uomini più che di modulo? Anche. Qualcuno sta faticando a inserirsi come Pongracic, ma anche Colpani davanti. Direi però che il problema è di squadra che non c’è, se tutti non si muovono armonicamente sarà dura difendere a tre, ma anche a quattro.
Nella sua breve esperienza da allenatore, un anno e mezzo a Monza, Palladino ha dimostrato duttilità, ha saputo cambiare quando è stato necessario. Vediamo cosa deciderà, credo che in questa fase sia logico continuare a lavorare su alcuni principi, ma il mercato ha regalato anche soluzioni sulle quali vale la pena riflettere. Siamo certi che sia logico continuare con il 3-4-2-1 con Colpani in condizioni così precarie e un Gudmundsson ancora non pervenuto e ne parlerò dopo. Con gli ottimi centrocampisti che ha portato il mercato e la difesa che ha bisogno di protezione, in questa fase di crescita e costruzione potrebbe essere razionale passare al 3-5-1-1 con un attaccante in meno e un centrocampista in più.
Provo anche a proporre una formazione con De Gea, ovviamente, Quarta, Pongracic e Ranieri in difesa, Dodò, Bove, Cataldi, Adli e Gosens in mezzo con Kean e Gudmundsson davanti. Mi sembra una squadra di grande solidità, ma anche di qualità. Se Gud non dovesse tornare sereno e in forma, ci sono sempre un Beltran o un Kouamè che la seconda punta di raccordo la sanno fare.
In ogni caso è il tempo delle scelte
—A cominciare dal portiere. De Gea deve giocare, abbiamo visto che l’anno di stop ha inciso poco sulle sue qualità fisiche, allora è logico puntare su un campione del ruolo visto che la Fiorentina ce l’ha. Con tutto il rispetto di un Terracciano ottimo professionista e uomo esemplare. Ma non si può più neppure escludere Pongracic per far giovare Biraghi difensore esterno sinistro. Il croato è stato pagato quasi diciassette milioni (con bonus) per me un’enormità e l’ho scritto prima di vederlo giocare in viola, ma è evidente che qualcuno pensa che li valga. E allora deve giocare, bisogna rilanciarlo, escluderlo aumenta i problema. Tanto più che Biraghi non ha la rapidità nel breve e i tempi del difensore. Anche a quattro per me è bravo quando spinge, nel difendere ha sempre mostrato limiti nelle diagonali e in marcatura. E poi l’Atalanta gioca e spinge molto sulle corsie esterne, il rischio di Biraghi preso in mezzo è altissimo. Anche a centrocampo non escluderei uno tra Cataldi, Adli e Bove, forse qualcuno non li conosce, ma avendoli visti giocare spesso, tutti e tre assieme mi sembrano tanta roba. E poi escluderne uno per far giocare questo Colpani minore o il solito etereo Sottil? O l’evanescente Ikonè? Quando la squadra si sarà ritrovata, avrà meccanismi e compattezza sarà normale tornare al 3-4-2-1, adesso fare il 3-5-1-1. Tanto più, ripeto, Palladino a Monza cambiava eccome.
Chiudo con Gud
—Oggi e probabilmente anche domattina, in Islanda c’è il processo-bis per i suoi “discutibili comportamenti sessuali”. Ovviamente lui è lì per difendersi e non sappiamo in che condizioni psicofisiche tornerà a Firenze. Se dovesse essere pronto e in campo a Bergamo sarebbe un debutto fondamentale nella costruzione della nuova Fiorentina. Con giocatori come Gud applicare i moduli è più facile, sarà fondamentale con i suoi assist anche per spingere Kean verso la stagione del rilancio appena cominciato. Kean e Gud, la nuova Fiorentina passa da loro, ma soprattutto dal gioco. Non riparlo di Palladino…voglio fidarmi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA