Ci siamo accorti che quando dicevano che uno scudetto vinto a Napoli vale dieci volte uno scudetto vinto altrove probabilmente avevano ragione. Anche perché di festeggiamenti come quelli che stanno avvenendo nel capoluogo campano (ma anche in tutta Italia) ne abbiamo visti difficilmente. Scene folkloristiche che strappano sorrisi ma che, almeno a chi vi scrive, hanno suscitato una reazione spontanea: perché il Napoli sì e la Fiorentina no?
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Cosa ci insegna lo scudetto del Napoli
La vittoria del campionato del Napoli pone fine ad un dominio delle cosiddette strisciate che durava ormai da oltre vent’anni, quando nel 2001 fu la Roma a festeggiare il campionato. Da allora, solo Juve, Milan ed Inter si sono spartite tutti i campionati di Serie A. Un copione che pareva aver anestetizzato un po’ tutti i tifosi italiani: sembrava non esserci via d’uscita dal triumvirato delle grandi potenze. Il trionfo degli azzurri mette in piazza tante belle verità ed accende la fiamma della speranza anche per tutti gli altri. E qualche insegnamento potrebbe trarlo anche la Fiorentina.
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Parte tutto dalla cima
—Il calcio sarà anche un’industria del tutto particolare ma ci sono delle regole da cui non può in alcun modo sottrarsi. Una di queste è che a monte è necessario affidarsi a figure competenti, capaci ed ambiziose. Aurelio De Laurentiis ha risollevato il Napoli dalle ceneri del fallimento riportandolo sul tetto d’Italia. C’è voluto molto tempo, ma i frutti del lavoro alla fine si sono visti. Quanto ad ambizione, Rocco Commisso non è probabilmente secondo a nessuno, da questa vittoria potrà prendere appunti anche lui.
Le infrastrutture sono molto importanti ma non fondamentali
—Perché il Napoli che vince lo scudetto non ha uno stadio di proprietà e si allena in un centro sportivo piuttosto lontano dallo stadio in cui gioca ogni domenica. Sia chiaro, l’impegno di Rocco Commisso su questa particolare tematica è importantissimo nell’ottica della crescita del club, ma lo scudetto del Napoli ci racconta che serve concentrare gli sforzi anche altrove.
Lo scouting
—Perché per Spalletti magari è facile vincere le partite con Di Lorenzo, Kim e Kvaratskhelia, molto più difficile è andare a scovare profili dal tasso tecnico così elevato che non abbiano bisogno di esborsi economici fuori mercato. Il lavoro di Giuntoli dimostra che le idee, se buone, possono avere la meglio sui soldi.
Il bacino d’utenza non è tutto
—Perché è verissimo che il Napoli può attingere a grandi risorse grazie ad un numero estremamente più elevato di tifosi rispetto alla Fiorentina. È però anche vero che Juve, Inter e Milan fanno registrare numeri molto più alti in termini di tifo rispetto al Napoli. Nonostante questo, gli azzurri sono riusciti a trionfare mettendosi tutti alle spalle.
Non aver paura di essere impopolari
—Perché il Napoli a fine della stagione scorsa dice grazie e arrivederci a tre pilastri come Insigne, Koulibaly e Mertens facendo sollevare tutta la tifoseria contro le decisioni della dirigenza. Se si è convinti delle proprie idee bisogna avere anche la forza di sfidare l’opinione pubblica.
Si può vincere anche in un ambiente carico di pressione
—Perché quante volte abbiamo sentito dire: "Napoli? In quel clima è impossibile vincere qualcosa". Certamente la piazza partenopea condivide con Firenze la maniacalità con cui i tifosi seguono quotidianamente le vicende legate alla squadra caricando, talvolta, il clima con pressioni molto elevate. Evidentemente, però, si può tirare fuori il meglio anche in ambienti di questo tipo.
Insomma, quello degli azzurri è sicuramente uno scudetto meritato che non può che suscitare un po’ di sana invidia nei tifosi Viola. Certamente, però, potrà essere d’ispirazione anche per Rocco Commisso, che si è voluto congratulare proprio con De Laurentiis. Si può vincere anche senza le strisce sulla maglia.
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