Sono passati tre anni dal 6 giugno 2019. Quello che in molti, all'epoca, definirono "il giorno della liberazione" (dai Della Valle). Sono stati tre anni lunghi, in cui sono cambiate tante cose. Sono cambiati gli allenatori (4, fino ad oggi), sono cambiati tantissimi giocatori. E' cambiato Rocco Commisso che nella sua prima conferenza stampa sosteneva che la Fiorentina non dovesse avere niente in meno di squadre come Roma, Lazio e Napoli. E addirittura sussurrava di voler rappresentare un'alternativa ad una Juve che vinceva sempre, rendendo la Serie A troppo noiosa. Oggi dopo un campionato che ha finalmente riportato la Fiorentina nei pressi delle sue zone storicamente di competenza, Commisso anzichè rilanciare il progetto parla quasi esclusivamente di bilanci, di cessioni, di plusvalenze.
EDITORIALE
Commisso e la Fiorentina: how it started… how it’s going
Prendiamo spunto dal tormentone dei social per raccontare i primi tre anni di Commisso nella Fiorentina. Molte cose sono cambiate...
Se nell'estate 2019 Rocco garantiva che "money is not a problem", questi tre anni dicono che il presidente si riferiva alle infrastrutture (Viola Park) ma non certo al mercato che si fonda invece su una sorta di autofinanziamento. Anche a questo si deve un altro, profondo, cambiamento avvenuto in questi tre anni: l'umore dei tifosi. L'entusiasmo a scatola chiusa con cui accolsero Commisso si è decisamente attenuato mentre è cresciuta la fetta di tifosi più o meno scontenti. Basta dare uno sguardo - qui sotto - ai commenti al post di oggi della Fiorentina sui social o i risultati del sondaggio di Violanews per rendersene conto. Il bello del calcio (o il brutto, a seconda dei punti di vista) è che però giudizi e sentimenti possono cambiare rapidamente: tutto, o quasi, passa dai risultati.
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