Lo stadio di proprietà, come il centro sportivo non sono la panacea di tutti i mali. Lui si vanta che la società è sana ma nel mondo del pallone non si comprano società sane. Le scelte cadono su quelle in fallimento o su quelle il cui bacino d’utenza permetterà lo sviluppo della formula di cui si diceva, oppure società che possano consentire altri tipi di investimento anche al di fuori del calcio. Si dirà ma oltre alle grandi esistono anche le società minori. Senza dubbio ma quello è un altro campionato. Quei dirigenti, per lo più bravi, devono gestire con la politica della lesina: comprare giovani a poco perché sconosciuti da vendere a molto, accontentandosi del minimo risultato sportivo. Ma le cose possono cambiare?
L’Atalanta è un caso di scuola. Per anni ha svolto un fantastico processo di scouting, cedendo a peso d’oro a destra e a manca i suoi talenti. L’intervento del capitale straniero ha consento al presidente Percassi ora, dopo molti anni, di cambiare. A Bergamo sono aumentate le ambizioni. L’obiettivo è vincere. Dopo l’Europa League, la squadra è in Champions, vuole restare a quella quota e non bada più a spese. Dopo l’infortunio di Scamacca ha ingaggiato Retegui praticamente all’istante. La scommessa è: siamo bravi, i conti sono apposto e abbiamo nuovo capitale, proviamo a ragionare in un’altra dimensione, se ci stabilizziamo in questa categoria di eccellenza la scommessa è vinta, come lo è stato per il Napoli. Anche dopo questa intervista non riesco a trovare risposta ad alcune domande: perché Rocco Commisso ha comprato la Fiorentina? Perché l’ha comprata senza conoscere la situazione? Essendo un personaggio ambizioso e un imprenditore di successo, qual è il suo progetto? Dal fast-fast mi sembra si sia passati al pole-pole (piano-piano detto in swahili)
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