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Col Sassuolo una Fiorentina quasi titolare. Verso Praga: chi al centro in difesa?

Enzo-bucchioni
Sia Quarta che Igor negli ultimi tempi stanno deludendo ed hanno sofferto i tanti impegni ravvicinati. Dunque potrebbe essere la volta buona per Ranieri, anche se...
Enzo Bucchioni Editorialista 

E’ iniziato il conto alla rovescia, l’operazione Praga è partita e non solo per l’affannosa vendita dei biglietti. Cominciamo a mettere insieme sensazioni e umori, soprattutto percezioni di quello che sta accadendo dentro e fuori la squadra nei dieci giorni decisivi per tutta la stagione. La vittoria con la Roma è stato un bel segnale. Serviva capire come stesse la squadra nella testa e nelle gambe dopo la sconfitta immeritata con l’Inter e l’inevitabile rabbia per un ko che ha fatto ovviamente male. La rabbia è stata convogliata in energia positiva e questo era qualcosa di non scontato, c’era il rischio che il gruppo potesse prendere una mazzata psicologica. Così non è stato, ulteriore segnale della maturità di questa squadra, dei valori che regnano dentro lo spogliatoio, ma anche della consapevolezza data dal lavoro di Italiano. Contro la Roma si è vista una squadra che ha ancora energie mentali e fisiche, è andata a prendersi un vittoria con il cuore, con il carattere, forse meritandola meno rispetto ad altre volte, ma strameritandola per l’atteggiamento.

Sessanta gare e tanto lavoro

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Se pensate che questa squadra ha già giocato 58 partite e alla fine della stagione saranno 60, una enormità, nessuna squadra italiana mai era arrivata a tanto, dovremmo renderci ancora una volta di più conto dello straordinario lavoro fatto da questo gruppo e da questo allenatore che non era abituato alle coppe, che al massimo aveva giocato una quarantina di partite in Serie B fra playoff e quant’altro. Che ha dovuto stravolgere i suoi sistemi di allenamento, eppure alla fine ha trovato una quadra che ha portato la Fiorentina a giocarsi due finali e comunque ancora in corsa per quell’ottavo posto che potrebbe comunque dire Europa se la Juventus, come pare, dovesse essere esclusa dall’Uefa. Restano due partite, dicevamo. Venerdì è la meno importante, ma comunque c’è qualcosa in ballo. Vedremo ancora le rotazioni che hanno consentito di arrivare a questo punto con una buona condizione complessiva. Penso che giocheranno anche alcuni di quelli che nella mente dell’allenatore dovranno poi essere titolari a Praga. Alla fine il terreno lo calcheranno tutti perché le energie vanno preservate, ma anche stare quindici giorni fuori dal campo, senza ritmo gara, non è utile. Sono convinto che venerdì vedremo in parte o dall’inizio per poi essere sostituiti, anche giocatori come Nico, Amrabat, Terracciano, Bonaventura, Cabral e Castrovilli che sabato non si sono proprio visti. A questo proposito è scattato ancora una volta il toto-centravanti. Dopo i due gol in campionato risale il partito pro-Jovic, una storia vecchia come tutta la stagione.


I ballottaggi per la Conference

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L’infortunio al piede ha frenato il Cabral delle ultime settimane e si è visto, ma è difficile dire oggi chi può essere più utile. Onestamente questo del centravanti è stato ed è un problema, inutile parlarne ora quando restano due gare nelle quali tutti devono dare il massimo e andare oltre tutto e tutti. Gli ultimi sforzi. E allora è solo allenatore che deve valutare negli ultimi allenamenti, in base alla reattività, guardando le partitelle, studiando soprattutto il West Ham per capire cosa può dare di più l’uno e cosa l’altro. Italiano non lascia mai niente al caso, vi avevo detto che prima della sfida con l’Inter aveva provato e pensato anche a Kouamé per non dare riferimenti ai nerazzurri. Poi ha optato per il classico Cabral. Non è questo il problema di oggi, lo sarà a stagione conclusa. Oggi tanto è chiara una cosa appena detta: tutti dovranno raschiare il barile delle ultime energie mentali e fisiche e soprattutto tutti dovranno cercare di sbagliare il meno possibile. Solo così si potrà battere il West Ham, una squadra costata molto, piena di giocatori di livello da Paquetà in giù, che si esprime più sulla corsa e sulle individualità che sul gioco. Ma l’energia è positiva, c’è una tifoseria e un città intera che ci credono e spingono. Ci crede soprattutto la Fiorentina, e questo è l’importante. Se poi devo essere sincero, come in genere penso mi riesca, tornando alla sfida di mercoledì prossimo, non credo che la scelta più difficile sia quella fra Cabral e Jovic, ma quella del secondo centrale difensivo da affiancare a Milenkovic. Quarta soprattutto, ma anche Igor, negli ultimi tempi sono sembrati lontani dalla concentrazione giusta. Sono quelli che hanno sofferto di più questa stagione, vediamo chi riaccenderà meglio la spina, se l’inesperienza di Ranieri non dà ancora garanzie sufficienti. Garanzie non ne da l’Uefa, ma non da oggi. Ma come si fa a organizzare una finale in uno stadio da ventimila posti o giù di lì? Questioni politiche, ovvio. A Praga ci sono stadi più grandi, ma andava fatta proprio lì. Misteri. Con tifoserie come quella della Fiorentina e del West Ham si sarebbero potute mettere assieme sessantamila persone o forse di più. Ceferin C, come le pasticche per la gola.

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