In che ruolo lo hai più impiegato durante quell'annata?
—Con me giocava come mezzala sinistra in un centrocampo a 3. Lì ha dimostrato che sa saltare l'uomo, rifinire l'azione e calciare a rete. E' un giocatore offensivo, di qualità; ma non lo vedo bene troppo avanzato, perché non è abile nel girarsi. Mentre, partendo leggermente più indietro, può sfruttare la sua grande capacità in progressione. Non deve stare troppo spalle alla porta, perché se marcato, nel girarsi perde qualcosa. Andrea deve arrivarci alla conclusione.
In un possibile futuro 3-4-2-1 dove verrebbe maggiormente valorizzato il suo talento?
—Andrea non è un mediano. Il suo ruolo ideale in questo sistema è dietro l'attaccante come trequartista di destra in modo da poter rientrare più facilmente sul suo mancino. Di questo, però, sono tranquillo; Palladino lo conosce, conosce la sua qualità e sa dove metterlo in campo. Sono contento dell'approdo a Firenze. Lui deve giocare.
Data la disfatta azzurra agli Europei, Colpani può già ambire ad un posto in Nazionale?
—Di giocatori come lui, in Italia ce ne sono ben pochi. E' un talento puro. Colpani merita di giocare in Nazionale.
Ormai ben lo sappiamo, la Fiorentina non si chiama né Inter né Juventus: se vuole fare un investimento, deve avere, in qualche modo un profitto. Andrea Colpani è un investimento, anche a lungo termine, sicuro per la Fiorentina?
—Andrea è un investimento sicuro, un ragazzo sul quale scommettere e credere. Io, personalmente, l'ho sempre un po' paragonato, nel piccolo a Giancarlo Antognoni. Ha quelle caratteristiche, quasi uniche, con cui tiene la palla sempre lontana dall'avversario. Il tutto, paragonato a quella qualità, visione del gioco e tiro in porta, mi ricordano per certi aspetti, lo storico 10 della Fiorentina.
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