Ve lo ricordate il Verona ammazzagrandi della stagione 1999-2000? Quella squadra che tutti davano per spacciata, che sembrava con un piede in Serie B, ma che poi riuscì a salvarsi con un girone di ritorno strepitoso? Se ve la ricordate, saprete che in panchina c'era un giovane Cesare Prandelli, in porta un ancor più giovane Sébastien Frey e che il capocannoniere della squadra è stato, con 9 centri, Fabrizio Cammarata. Cammarata, che nel frattempo ha appeso le scarpette al chiodo ed è diventato collega di Prandelli, si è concesso ai microfoni di Violanews per parlare del suo ex allenatore e della Fiorentina, impegnata domenica contro il Cagliari, altra fetta importante della sua carriera da calciatore (107 presenze, 24 gol).
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Cammarata a VN: “Prandelli si è adattato, col mercato saprà aggiustare. Con Vlahovic come con me: vi racconto”
Abbiamo contattato in esclusiva uno dei primi attaccanti allenati dal tecnico viola
Fabrizio, lei adesso allena in Albania. Navigando in Internet si legge che ha cominciato il nuovo anno con un nuovo incarico...
Esatto, ho accettato una sfida: da una settimana sono il tecnico dell'Apolonia Fier, siamo ultimi in classifica nel massimo campionato albanese ma sono sicuro che questa squadra ha le carte in regola per potersi salvare. Ci vorrà comunque tanto lavoro, speriamo di riuscirci.
Di certo lei ha esperienza in fatto di salvezza: quel Verona ha compiuto veramente un piccolo miracolo. Che rapporto aveva con Prandelli e come siete riusciti a uscire dalle sabbie mobili?
Con il Mister ho fatto due anni a Verona e uno a Parma, abbiamo avuto un grande rapporto e mi ha insegnato tanto, sia come allenatore sia come persona. Ancora oggi mi sento di ringraziarlo, da collega, perché è stato ed è un esempio. Quell'anno eravamo in un momento delicatissimo, poi rimontammo il Parma da 1-3 a 4-3 e da lì in poi fu la svolta. Quella partita ci diede le motivazioni giuste, al punto tale che non perdemmo più da lì alla fine del campionato.
Svolta che, per la Fiorentina, poteva essere il trionfo in casa della Juventus, ma a quanto pare ancora non ci siamo. La classifica non è drammatica, ma c'è il rischio che lo diventi con altri passi falsi. Crede che a Prandelli servano rinforzi dal mercato?
C'è da dire che quando Prandelli è arrivato, la squadra era già fatta, e lui si è dovuto adattare ai giocatori che ha trovato. Adesso, soprattutto con il mercato aperto, sono certo che saprà riconoscere quali sono le falle e indicare la strada giusta per risolvere i problemi.
A proposito di problemi, il primo problema risolto dal tecnico è stato la sterilità di Vlahovic. Da ex attaccante, le chiedo un giudizio sul numero 9 viola.
Vlahovic è un gran bel giocatore, adesso ha cominciato anche a far gol. Ecco, con lui il Mister è stato molto bravo perché gli ha dato fiducia, ha creduto in lui: quando un attaccante sente la fiducia e comincia a trovare il gol molte cose diventano più facili. Io mi ricordo che a Verona ho vissuto un periodo simile e Prandelli ha sempre insistito su di me, alla fine ho cercato di ripagarlo nel miglior modo possibile. Certo, sono sicuro che il Mister spererà che oltre a lui si sblocchino anche altri giocatori, perché serve l'apporto di tutti.
A partire da domenica, quando al Franchi arriverà il Cagliari. Che partita si aspetta?
Sarà una partita difficile per tutte e due le squadre, il Cagliari arriva da un momento non brillante. La Fiorentina ha bisogno di punti e specialmente in casa non può perdere occasioni per essere più tranquilla, ma di fronte c'è una formazione sì in difficoltà, ma con giocatori importanti come Nainggolan, che è appena tornato, e Joao Pedro. Mi aspetto uno scontro insidioso per entrambe.
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