Sono ottimista da sempre, e lo sapete, perchè conosco il valore, il modo di lavorare e le idee di Vincenzo Italiano. Sono ottimista anche perchè vedo un gruppo coeso e motivato che da tempo ha deciso di seguire l’allenatore e di crescere con lui.
Pensate a cosa era la Fiorentina quando è arrivato Italiano e pensate a cosa è oggi. Non mi riferisco, ovvio, soltanto alla gara di Napoli che è un po’ come prendere nove a un esame, metto insieme anche qualche otto, molti sette, diversi sei e qualche insufficienza, ma la media è alta. Vedo una squadra con carattere e personalità, capace di fare la partita, ma adesso brava anche a interpretarla. Vedo tanto giocatori cresciuti e l’elenco comincia da Bonaventura, l’eroe del giorno del quale parleremo dopo. Ma vedo anche tanti giocatori che appena conosciamo o appena abbiamo visto in campo e che secondo me potranno portare ancora tante cose a questa squadra.
Siamo soltanto all’ottava giornata di campionato e questo non va mai dimenticato. Ma Nzola e Beltran cresceranno, Barak e Ikonè devono dimostrare che questo può essere il loro anno, scopriremo Infantino e Maxime Lopez, ora a Biraghi c’è una alternativa molto, ma molto forte e parlo di Parisi.
Abbiamo già parlato molte volte del calcio fluido, delle mutazioni tattiche e della evoluzione di Italiano che facendo crescere la squadra è cresciuto anche lui. Ma pure la società è molto più forte e strutturata. Ricordate quattro anni fa? Molte energie, ma pure diversi errori in ordine sparso. Capire, correggere gli errori e migliorarsi non è scontato. Questa società l’ha fatto. Ora vedo molte cose di calcio, vedo idee. Tutti devono crescere e lo sanno, il lavoro non basta mai. Adesso però, e arrivo al culmine del ragionamento, la Fiorentina ha una base solida fatta con tutte le cose che ho appena scritto alle quali va aggiunto un fantastico mondo nel quale lavorare che si chiama Viola Park.
Su chi fare la corsa?
—Questo è lo scenario. E allora che si fa? Domanda logica. Il calcio è strano e lo sappiamo, ho sempre pensato che questa è una squadra che non si deve porre nè limiti, nè obiettivi, ma deve guardare sempre avanti a se con il sorriso e l’energia, la voglia di migliorare tutti i giorni e di stupire.
Questi ragazzi devono per prima cosa stupire loro stessi. E continuare a giocare divertendosi. Non voglio dire che questa squadra non ha limiti, sarei un folle, ma i limiti non se li deve porre. Non si deve accontentare mai.
E allora, senza girarci intorno, in questa stagione potrebbero arrivare anche delle soddisfazioni. E’ ovvio che l’Inter e il Milan siano più forti e per molti aspetti inarrivabili, come è logico dire, guardano l’organico di tutte, che quelle che stavano davanti l’anno scorso, anche quest’anno sono più attrezzate. Però, e arrivo ai però, la Juventus che oggi è a pari punti con la Fiorentina, ha non pochi problemi in campo e fuori. La Lazio sta pagando il doppio impegno campionato-Champions. La Roma è Lukaku e Dybala, ma il resto molto meno. Il Napoli è in una crisi di rigetto verso l’allenatore. L’Atalanta con molti giovani, fatica a trovare continuità.
Questo è lo scenario. Magari, strada facendo, i problemi si potranno anche risolvere. Magari no. E allora ecco che alla Fiorentina conviene fare la corsa su se stessa, a testa bassa, senza calcoli, sapendo di valere molto e anche di più. L’Atalanta e il Napoli sono state battute, tanto per dirne due. Avanti così, dunque, senza dire oggi chi siamo, senza pensare di essere già arrivati, ma pronti a sfruttare tutte le occasioni e le defezioni.
Ma soprattutto senza ascoltare quelli che oggi dicono che questa squadra è di sicuro da Champions e può giocarsi lo scudetto. Se qualcuno ci crede il danno è fatto, perchè non è così, perchè il divario è ancora ampio. Solo dentro lo spogliatoio può nascere questa forza e questa idea. Credere di potersi superare è una forza, pensare di essere già cresciuti è una debolezza.
La forza di Nzola
—Ma, vi dirò, ho visto qualche giocatore al Viola Park. Parlavo con Nzola del momento, delle critiche e del futuro. Mi ha detto con il fuoco negli occhi: “So io quello che valgo”. E lo vuole dimostrare, questo non lo ha detto, ma era chiaro lo spirito che ha dentro. Mi sembra di aver capito che questo è lo spirito di questa squadra e allora ecco spiegato il mio ottimismo della ragione.
Il signor Bonaventura
—E di Bonaventura che diciamo? E’ la risposta più saggia, più straordinaria, più clamorosa a quello che sta succedendo ancora una volta nel calcio. Bonaventura è una storia bella, una storia vera. Se hai dei valori, se non molli mai, se ti vuoi migliorare, lo può fare sempre. Se non ti poni limiti o confini, puoi arrivare sempre. Un esempio per tanti ragazzi arriva proprio da Bonaventura che invece del viale del tramonto ha imboccato il viale della storia. Se mai nessuno aveva segnato a 34 anni il primo gol in Nazionale un motivo c’è. Tanti motivi.
E spero che i Calcioti abbiano letto o ascoltato le parole di Jack a proposito di questa squadra, di Italiano e delle idee che ha portato dentro questo gruppo. Bonaventura a tutti.
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