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Braga una chance per ripartire. Caos nuovo Franchi: il progetto sta per saltare?

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Enzo Bucchioni sottolinea l'importanza del match di Conference, ma soprattutto spiega come il progetto legato alla ristrutturazione del Franchi potrebbe essere bloccato a breve

Enzo Bucchioni

Adesso a Braga, poi fra una settimana al Franchi: otto giorni per capire di che pasta è davvero fatta questa strana e deludente Fiorentina. Il Braga è forte e lo sappiamo, è capitato l’avversario più difficile, ma se questo gruppo è forte come penso, ora deve tirare fuori ogni risorsa, deve andare oltre la crisi del gol, oltre i dubbi, oltre tutto. Anche oltre il pronostico. Firenze si aspetta due partite capaci di ridare un senso alla stagione per riallacciare il feeling con la squadra che sembra sospeso. Servirà il gioco, ovvio, ma serviranno soprattutto il carattere, la grinta, la voglia di dimostrare che non ci eravamo sbagliati: questa Fiorentina può ancora stupire e convincere, questa squadra deve avere la Conference nel mirino. Lo so che sono discorsi di maniera conditi dalla speranza, ma da troppi mesi siamo a ripetere le stesse cose, del tipo si gioca e non si segna, c’è frustrazione e robe del genere. Ora anche questo va dimenticato, la Fiorentina si deve liberare di tutti i dubbi e i problemi: il calcio a volte ti regala occasioni e opportunità e il Braga può essere una di queste. Sono convinto che vedremo una grande Fiorentina, spero di non essere deluso. E comunque, come ha detto Italiano, questa gara d’andata serve per l’immediato ma anche per giovedì prossimo al Franchi. Il passaggio del turno si completa tra una settimana, ma si costruisce a Braga. Non vado oltre, l’ansia va metabolizzata. Chi giocherà? Ci provo come sempre, anche se Italiano ci sorprenderà. Ecco la mia probabile: Terracciano, Venuti, Milenkovic, Igor, Terzic; Mandragora, Amrabat, Barak; Nico, Cabral e Saponara.

Restyling del Franchi, cosa succede?

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In attesa del calcio d'inizio, adesso conviene ragionare un po’ del restauro del Franchi. Stanno succedendo fatti nuovi e non di poco conto a dimostrazione che l’idea portata avanti da Dario Nardella e dal suo proverbiale ottimismo non aveva gambe così robuste come ci hanno fatto credere con mega presentazioni ed effetti speciali. Nelle ultime ore sta crescendo da più parti una forte reazione a un progetto che va completamente a snaturare l’opera di Nervi come detto e scritto fin dal primo giorno. In troppi hanno fatto finta di non accorgersene per non disturbare il manovratore, ma secondo voi il progetto vincitore del concorso internazionale salvaguarda davvero l’opera protetta dalla Sovrintendenza? Secondo voi ci rivedete Nervi o è un’altra roba? Appunto, non gli assomiglia per niente, come diceva Johnny Stecchino. Ora se ne stanno accorgendo in tanti. In particolare il primo allarme è scattato dall’Icomos, il consiglio internazionale che tutela i monumenti e i siti mondiali di interesse culturale. Bene. Quelli dell’Icomos hanno scritto al ministro della cultura Sangiuliano e al sottosegretario Sgarbi (fra gli altri) ricordando cosa significhi il Franchi a livello internazionale, ma soprattutto che al momento del via libera alla ristrutturazione c’era un vincolo fondamentale che non sarebbe stato rispettato. Nella concessione si dava l’ok al nuovo stadio ma avrebbe dovuto essere contenuto all’interno di quello esistente senza snaturarlo. Invece guardando il plastico del progetto non si vede più il Nervi, ma un’opera diversa con una copertura in netto contrasto con lo stadio degli anni venti e con l’architettura del quartiere. Forse anche in barba alla norma che protegge la skyline di Firenze, ma questo lo aggiungo io. Per Icomos “è irriconoscibile” e quindi chiede al ministro di rivalutare il tutto in base ai nuovi elementi maturati e soprattutto del progetto messo a disposizione. Non ci sono reazioni ufficiali almeno per il momento, ma intanto anche il sottosegretario Sgarbi ha espresso le sue perplessità e annunciato che “chiederò alla soprintendente Ranaldi di rivedere il progetto”.

Una sicurezza di facciata

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La situazione è esplosiva, la ristrutturazione del Franchi a questo punto rischia davvero di saltare anche se Nardella continua a manifestare la sua solita sicurezza di facciata. Ho sempre scritto e detto che questo progetto è un’assurdità che non avrebbe fatto né il bene della Fiorentina né quello della città con uno sperpero di denaro europeo (duecento milioni) che andrà restituito al settanta per cento, con ulteriore cementificazione di Campo di Marte. Se Firenze fosse una città meno appiattita sulle posizioni della maggioranza, se esistesse una opposizione, se i cittadini si rendessero conto di quello che stanno per fare, forse il progetto sarebbe saltato molto prima. Ma c’è ancora tempo. Questo restauro costosissimo, ammesso e non concesso che si faccia, sarà comunque un rabbercio. Abbiamo saputo nei giorni scorsi che il parterre di tribuna non si potrà coprire, che si andrà allo stadio ancora con l’ombrello. Vi sembra normale e tollerabile? Anche la famiglia Nervi erede dell’architetto si sta muovendo per tutelare il capolavoro sul quale ha ancora il diritto d’autore e quindi presumibilmente il diritto all’ultima parola. Si profila il caos. A questo punto sarebbe giusto che la società civile si accodasse alle proteste ed ai dubbi per mettere a nudo tutte le criticità di un’idea sbagliata, messa in atto soltanto per contrastare Rocco Commisso che lo stadio l’avrebbe fatto volentieri nella Piana, fuori di pochi chilometri dai confini di Firenze. E’ stata proprio questa battaglia “lo stadio lo voglio solo dentro il comune” che ha armato Nardella fino a tre anni fa completamente disinteressato al Franchi. L’ intesa con l’allora ministro-amico della cultura Franceschini ha fatto il resto. Oggi questo stadio, ammesso che si faccia, non risolverà completamente i problemi dei tifosi (pioverà nel Parterre) e neppure della Fiorentina che non ha ancora dato l’ok all’amministrazione ed è assolutamente disinteressata a eventuali investimenti che non garantirebbero redditività. Non so neppure se gli abitanti di Campo di Marte hanno capito che arriveranno centro commerciale, albergo e molta altra roba in un quartiere che aveva invece bisogno soltanto di risolvere i problemi del traffico e di uno stadio che non può più stare nel cuore della città. Non solo lo vogliono mantenere, ma pensano di snaturarlo, farlo più grosso e con nuovi insediamenti dei quali nessuno sentiva l’esigenza.

Il nuovo stadio? Nella Piana

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Lo ripeto: auspico la nascita di un movimento della Firenze Civile che si affianchi a Icomos, che investa il ministro, che manifesti le perplessità. Qualcuno ora dirà che sono per il Non Fare. Falso. Sono per il Fare Bene. Il Franchi può essere restaurato e riportato all’antico splendore, al suo essere un’opera fra le più geniali al mondo per l’architettura di quel periodo, con un restauro conservativo e non invasivo. Bastano una trentina di milioni di quel fondo Pnrr per le opere culturali. Dopo il restauro potrebbe essere dato in gestione al quartiere per eventi, sport, ma anche per insediare all’interno della struttura esistente il museo della Fiorentina e negozi di ogni tipo. Lo stadio restaurato potrebbe diventare un punto di aggregazione del quartiere. Gli altri 170 milioni del Pnrr potrebbero così essere impiegati in altre iniziative culturali, ho detto più volte che il centro di Firenze è patrimonio dell’Unesco e un progetto capillare di restauro dello storico selciato renderebbe la città un salotto a fronte delle buche e del dissesto di oggi sempre più clamorosamente evidenti. Una mia piccola idea, ma una grande convinzione: uno stadio vero nel 2023 non può nascere nel cuore di una città, in un quartiere residenziale e verde come Campo di Marte, ma va fatto fuori. Lo stadio per i prossimi cent’anni andrà fatto nella Piana, per la fruizione di tutta la Toscana, coinvolgendo i privati. Come si vede il momento è delicatissimo. Il restauro ora rischia di saltare o di essere ritardato da ricorsi che si stanno preparando, con il Pnrr che incombe e un sindaco che sta per entrare nel suo ultimo anno di mandato, quindi praticamente alla fine. Il Franchi è una roba esplosiva ma il passa parola “va tutto bene” continua a girare fra i manovratori. Aspettiamo ora la risposta del ministro Sangiuliano che sta facendo una profonda analisi di tutta la vicenda con la concreta possibilità che alla fine Nardella, il collezionista, si porti a casa il terzo plastico di stadio dopo quelli della piana Fondiaria (2008) e della Mercafir (2016). Non c’è due senza tre, dicevano i saggi proverbi… Non erano stadi, ma fa lo stesso.

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