Arthur è arrivato alla Juve dal Barcellona nello scambio con Pjanic e una valutazione monstre da settanta milioni, per volontà di Sarri che poi, però, a fine stagione è stato silurato nonostante lo scudetto. Dico questo per sottolineare che Italiano gioca un calcio simile per principi a quello di Sarri, ma anche a quello del Barcellona dove Arthur era stato preso per sostituire Xavi, quindi le caratteristiche tecniche sono perfette. Arthur è un palleggiatore di grande tecnica, sa anche difendere aggredendo la palla, deve giocare in spazi stretti e da il meglio quando viene cercato spesso dai compagni. Ovviamente nel calcio contropiedista, giocato in spazi lunghi dalla Juve di Allegri, ma anche nel gioco del Liverpool fatto di recupero e ripartenza negli spazi, uno come Arthur aveva poco senso. Ha giocato poco negli ultimi tre anni e questo è vero, ma è un brevilineo e non ha problemi atletici e come mentalità è uno che combatte e non molla, non s’è certamente lasciato andare alla Jovic, tanto per capirci. Non è rapidissimo, ma ha bisogno di avere attorno la squadra che si muove senza palla per sviluppare le trame e diventare efficace. Può essere il nuovo Torreira o lo Jorginho che Sarri aveva al Napoli, il vertice basso di un centrocampo a tre, ma con Mandragora che lo protegge e il calcio fluido di Italiano può stare anche in linea a due.
Scommessa? Rischi? Come in tutti i giocatori da inserire. Anche Torreira, due anni fa, arrivava da stagioni ai margini all’Arsenal e all’Atletico. Quello che non si discute è la qualità del giocatore (venti volte nazionale brasiliano) e le caratteristiche tecniche adattissime al calcio della Fiorentina. Penso possa alzare la qualità e la personalità di tutta la squadra, come chiede per i nuovi Italiano e con i suoi 27 anni da compiere abbia ancora un bel tratto di carriera da fare. Intanto fatelo arrivare, poi vedremo. In mano a Italiano può tornare il centrocampista del primo Barcellona.
Questa è l’unica operazione in entrata che ha avuto uno sviluppo decisivo dall’ultima volta che ci siamo sentiti qui su Violanews. Per il resto discussioni e valutazioni in atto sul portiere, anche sui due giovanissimi in rosa, dopo l’avvento del nuovo preparatore Savorani. Per Audero la Samp ha alzato il tiro, siamo in stand-by. Anche l’interesse per Orsolini e Dominguez è congelato.
Ai saluti
—In uscita, invece, stanno per chiudersi due colpi. Il primo, Igor al Brighton di De Zerbi, come anticipato una settimana fa è praticamente fatto. Con quei soldi, circa venti milioni di euro, la Fiorentina spera di dare l’assalto decisivo a Josip Sutalo dello Zagabria con il quale c’è un discorso aperto fin dall’anno scorso. Non sarà automatico, c’è da lavorare, in corsa resta anche l’Ajax, ma la Fiorentina è ottimista, non molla. E il giocatore è di livello internazionale. Fra oggi e domani dovrebbe essere ufficiale anche l’addio di Terzic che si è accordato con il Salisburgo. Non voleva rinnovare e con l’arrivo di Parisi la cessione è diventata quasi urgente.
Amrabat è il vero nodo in uscita. La Fiorentina lo aveva venduto al West Ham per 35 milioni, ma come abbiamo già scritto, il marocchino ha rifiutato. Il fratello, soprattutto, ha in testa di piazzare il centrocampista marocchino in club di primissima fascia come Manchester United, Barca o Bayern, lo stanno offrendo a destra e sinistra, si rischia di andare in confusione. La Fiorentina aspetta i soldi richiesti (non meno di 35 milioni) e l’unica speranza è chiudere prima dell’inizio della preparazione per Amrabat ancora in ferie per la nazionale.
In ritardo giustificato arriverà anche Kayode, neo campione europeo under 19, sua la rete della vittoria azzurra, ora giustamente deve smaltire le fatiche della Nazionale, ma questo ragazzino ha l’aria del predestinato e Italiano dovrà decidere se tenerlo in rosa o dare il via a un prestito per farlo maturare. La sensazione che possa restare è forte.
Viola Park e... politica
—I primi giorni di ritiro al Viola Park hanno soddisfatto tutti, nonostante il caldo. È tutto fantastico, il livello della struttura assoluto in ogni minimo dettaglio. Tutto lo staff sanitario e i collaboratori di Italiano possono lavorare come mai era loro capitato, anche a livello di strumentazioni scientifiche e tecniche. I problemi sono burocratici, come al solito, e riguardano sostanzialmente l’agibilità del Viola Park per consentire l’accesso ai tifosi e i parcheggi. Per l’agibilità è previsto un incontro con la commissione per il giorno venti con una calma che un po’ esaspera chi vorrebbe il fast fast fast. Non si potevano fare prima i controlli? E i vari membri della commissione non potevano dare alla Fiorentina disposizioni più certe e meno contraddittorie? Ad oggi, così, la Fiorentina non sa ancora se potrà dare il via libera ai tifosi (quanti?) per l’amichevole del 20 con il Parma, ma neppure del 23 con il Catanzaro.
Ancora più imbarazzante la vicenda parcheggi. Se ne parla da due anni, ora dalla Città Metropolitana si chiedono carotaggi della zona per verificare la presenza o meno di reperti archeologici. La Fiorentina ha comprato anche un altro terreno attiguo al Viola Park da adibire a parcheggio provvisorio, ma non può essere automatico. La sensazione di una guerra politica fra esponenti del Pd della Città Metropolitana e il sindaco Casini di Bagno a Ripoli passato con Renzi, è forte e chiara. Imbarazzante. Del resto avrete sicuramente visto il basso profilo tenuto dalla politica fiorentina nei confronti di questo Viola Park che diventerà un fiore all’occhiello del calcio italiano. Commenti sfumati, complimenti forzati, come se il Viola Park fosse in Africa e non realizzato alle porte di Firenze. In tutte le foto degli allenamenti alle spalle dei giocatori viola c’è il Cupolone e non il sindaco Casini, ma questo sembra non interessare perché i meriti del Viola Park politicamente non sono ascrivibili ai soliti noti. Poi ci chiediamo il perché dell’Italia ridotta ai minimi termini. Da questi politici, ovvio.
Rieccoci al Franchi
—A questo proposito, rieccoci al Franchi. Nardella è sempre più fragile, ha cominciato a usare anche dei collaboratori silenziati per anni come l’assessore allo sport, per continuare a dire cose che non stanno in piedi. Intanto ribadisco ancora che non è vero che a Venezia i soldi li hanno dati per lo stadio. Non fatevi infinocchiare. Lo stadio lo fanno i privati, i soldi sono per il parco verde che nascerà attorno e altri annessi sportivi. Andare avanti con il progetto esecutivo e una gara a novembre come dice il sindaco significa sperare che partecipi qualche azienda benefattrice, senza la certezza di essere pagata? Oppure si punta a iniziare comunque i lavori senza avere certezze per poi mettere in difficoltà la Fiorentina senza stadio e sperare che a quel punto sul Franchi intervenga Rocco? Sarebbe ingenuo.
Vorrebbe dire lasciare un ferita nel cuore della città. Rocco non metterà un euro, l’ha detto più volte. E i lavori pubblici vanno iniziati quando ci sono le coperture finanziarie. Basta avventure, sogni e promesse: avete visto dove hanno portato finora? E non date retta neppure a Nardella quando dice siamo più avanti di Milano e Roma. Milano e Roma hanno comunque il Meazza e l’Olimpico, stadi di livello internazionale che possono ospitare già ora tutti i grandi eventi mondiali. Firenze ha uno stadio che cade a pezzi del quale nessuno s’era preoccupato fino a tre anni fa quando è saltata l’asta Mercafir. Dell’utopia Padovani parlerò domani sera. Vi aspetto.
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