Può piacere e non piacere. Può essere considerato un talento o una scommessa. Ma la cosa certa è che con Arthur, la Fiorentina torna ad avere un vero regista dopo l'addio di Torreira.
Può piacere e non piacere. Può essere considerato un talento o una scommessa. Ma la cosa certa è che con Arthur, la Fiorentina torna ad avere un vero regista dopo l'addio di Torreira.In questo modo, il gioco di Italiano può partire da dei piedi in grado di impostare. Senza nulla togliere ad Amrabat ma la differenza pare evidente. Due giocatori con caratteristiche completamente diverse, senza ogni dubbio, ma che spesso hanno commesso lo stesso errore. Da qui deve ripartire il rilancio del brasiliano con Italiano che deve fa capire cosa non ripetere per far crescere questa Fiorentina.
Quel maledetto passaggio...
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Questa analisi si basa su due partite: Fiorentina-Torino dello scorso anno e Juventus Benevento del 2021. Il risultato fu lo stesso, con la squadra ospite che riuscì ad espugnare lo stadio dei padroni di casa. Il gol subito dai viola e dai bianconeri nasce da un errore del proprio regista. Per quanto riguarda Amrabat, regalò palla al Torino di Juric con un cambio di gioco in orizzontale completamente errato. Poi, la difesa viola non chiuse su Miranchuk che colpì Terracciano e la Fiorentina. Per quanto riguarda Arthur, la soluzione è diversa quanto simile. Fase di pressione, il brasiliano cerca di liberarsi del pallone ma invece di trovare il difensore, trova l'attaccante del Benevento che punisce i bianconeri e regala una vittoria storica ai tifosi giallorossi. Questo è quello che non deve accadere nella Fiorentina, squadra che spesso gioca con una difesa alta e aggressiva. Regalare questi palloni sarebbe un vero e proprio suicidio calcistico. L'unica certezza a cui si può aggrappare Italiano è che Arthur sa maneggiare il pallone e che non serve adattarsi come ha fatto in questi anni con Amrabat. Con Pirlo giocava nel centrocampo a due, con al fianco uno come Rabiot. Centrocampista fisico e di contenimento. Nel 4-3-3 viola sarebbe il vertice del centrocampo e nel 4-2-3-1 rappresenterebbe il motore della manovra. Il suo rapporto con il gol non è ottimo, ma è chiaro come Italiano da lui chiederà altre cose. Poi chissà e Torreira insegna.