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Arriva Arthur, da nuovo Xavi a simil-Cassano. Ma non chiamatelo regista

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Il brasiliano che sembra in arrivo a Firenze ha una carriera particolare, capiamo come potrebbe giocare con Italiano
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

E alla fine si, Italiano avrà il suo regista, o forse no? Il brasiliano è la nuova scommessa viola. Il tecnico viola è sembrato molto soddisfatto per il suo arrivo, si è sbilanciato. Ma per capire cosa genera l'ottimismo di Italiano, che raramente si espone così su un acquisto, dobbiamo capire chi è Arthur, e come gioca. Innanzitutto parliamo della sua carriera, che sembrava quella di un predestinato.

L'esplosione al Gremio e il paragone con Xavi

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Arthur espolde in pochissimo tempo, fra il suo esordio in prima squadra al Gremio, non una squadra qualsiasi in Brasile, e il suo passaggio al Barcellona, passano quasi 2 anni. Il ragazzo si fa notare in un 4-2-3-1 come cervello della squadra che vince la coppa Libertadores nel 2017. In un campionato come quello brasiliano, dai ritmi più bassi va a nozze. Non gli si può rubare la palla, è una trottola nel mezzo del campo, e con la sua tecnica elude il pressing avversario. Poi arriva in Catalogna per 39 milioni complessivi. Al Barcellona fa bene al primo anno, ma non da regista puro, quello che Italiano schiera come play basso nel 4-3-3. Ma da mezz'ala tecnica in grado di giocare sul corto e dialogare con i compagni. Non a caso il paragone era con Xavi. Mentre era Busquets a fare il fragiflutti. Poi arrivano gli infortuni a frenarlo, e non solo. Ci si accorge che Arthur non regge i 90 minuti. In Liga nella sua migliore stagione, la 2018/19 non termina mai una partita. Al massimo gioca 89 minuti contro il Valencia, ma mai più di 90. Questo perchè il suo gioco è dispendioso, fatto di copertura della sua zona di campo con la palla e senza. E lui non è certamente un maratoneta


Il flop alla Juve

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Poi arriva il discusso passaggio alla Juventus. E a Torino si ambienta male. Il primo anno non gioca nemmeno poco, ma un infortunio lo limita. Poi arriva Allgeri che non lo vede minimanente, non è fatto per il suo gioco. Pirlo invece ne parlava così: "Abbiamo parlato, lui preferisce giocare leggermente più avanzato lasciando compiti difensivi ad un altro centrocampista. Lo fa molto bene, ha grande visione, tiene bene la palla e ci dà i tempi giusti». Questo è il possibile dilemma nel 4-3-3 di Italiano. Arthur ha bisogno di un centrocampista che lo possa sgravare da troppi compiti difensivi. E che lo possa coprire sulle imbucate alle sue spalle. Per questo parliamo di un giocatore che forse sarebbe adatto ad un 4-2-3-1, con magari Amrabat accanto? Quello che è certo sono le qualità tecniche del brasiliano, un giocatore di fare girare la squadra. Fisicamente va rimesso a posto, visto che in ritiro a Torino in molti lo hanno scherzosamente paragonato a Cassano, per la sua condizione fisica. A Liverpool lo scorso anno ha giocato 13 minuti. E anche considerando il dispendioso gioco di Italiano fatto di tanta corsa il suo acquisto è una scommessa. Ma l'allenatore viola ci punta, e può essere il jolly della prossima Fiorentina

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