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A Basilea servirà la partita perfetta. Stadio, scappano le grandi imprese: non si fa più?

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La Fiorentina cerca una finale europea dopo 33 anni. Nel frattempo, si addensano nubi sempre più scure sulla ristrutturazione del Franchi
Enzo Bucchioni Editorialista 

Caccia alla finale

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Non so se la partita perfetta esista, so solo che stasera alla Fiorentina servirà una roba del genere. Non resta che vincere per conquistare una finale in Europa dopo 33 anni, la seconda stagionale, ma Italiano e i suoi ragazzi lo sanno benissimo e sanno anche che il Basilea è battibile, ha punti deboli e tecnicamente è inferiore. Su questo dovrà lavorare la Fiorentina avendo in memoria anche la gara di una settimana fa nella quale questo avversario scorbutico è stato valutato meglio. Ha vinto solo grazie ad errori che la Fiorentina stasera non potrà e non dovrà fare. Ma la squadra viola a questi livelli, quando è con le spalle al muro, quando serve la prestazione, non ha mai deluso. Il carattere l’ha sempre mostrato e mi vengono in mente partite come quella col Twente dove tutto è cominciato, ma anche a Braga o a Poznan.

La strategia quasi annunciata da Italiano, assalto in massa per segnare subito e quindi costringere gli svizzeri a giocare per evitare i supplementari, può essere la strada giusta. Servono velocità, grande movimento, concentrazione ferrea e marcature preventive. Tutte cose che la Fiorentina conosce e sa fare. Ho fiducia, serve la fiducia. Questa partita va accompagnata da energia positiva ben sapendo che le coppe sono queste, vanno oltre ogni pronostico, le partite sono diverse una dall’altra e spesso è la qualità del gioco e degli interpreti che fa la differenza. Consapevoli, ovviamente, che se il Basilea è arrivato in semifinale ha messo in campo altre armi come la voglia di non mollare mai e tanta fisicità.

Sono fiducioso, lo ripeto. Ma anche ottimista. E comunque lo dico adesso, quando una squadra è arrivata in semifinale, tra le prime quattro, quando le concorrenti erano più di cinquanta (confesso di non sapere il numero esatto di tutte le squadre della Conference con tutti i preliminari vari) , quando è già in finale di coppa Italia, significa che ha fatto un grande percorso di crescita, che la stagione è comunque positiva già oggi. Poi nessuno si accontenta, ci aspettiamo il massimo, ma la squadra è il massimo che vuole dare e sicuramente darà. E’ lo spirito di questo gruppo che in due anni Italiano ha fatto crescere enormemente.

La vittoria con l’Udinese ci ha fatto capire che nonostante le 54 partite già giocate, un numero enorme, questa squadra ha ancora benzina e anche mentalmente ha la concentrazione giusta. Questo volevamo sapere dopo la sconfitta di giovedì scorso e le risposte sono arrivate. Ora non resta che aspettare una Fiorentina aggressiva, che vuole ribaltare il risultato, ma anche capace di capire i momenti della partita, con intelligenza e mente fredda. Sarà una gara lunga anche sotto questo aspetto. E non soltanto perché potrebbe anche finire ai supplementari.

Chi giocherà?

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Cerco sempre di interpretare Italiano e la frase detta ieri in conferenza sui giocatori più freschi, più in forma, mi fa pensare che potrebbero esserci alcune scelte un po’ sorprendenti. Forse una , forse due. In linea di massima non credo che si possa prescindere da Terracciano, Dodo, Milenkovic, Biraghi, Bonaventura, Amrabat, Mandragora, Cabral e Ikonè. E siamo a nove. Qualche dubbio potrebbe venire dalle condizioni non ottimali di Nico, ma si può escludere in una gara come questa il giocatore tecnicamente più forte? Non credo. A meno che non si punti a un utilizzo nel secondo tempo con gli altri più stanchi. Ipotesi. Per quando riguarda il secondo centrale difensivo, con Igor non al top e Quarta che tatticamente non è il massimo, vedremo se sarà ancora Ranieri a giocare dall’inizio. La grande prestazione di Castrovilli con l’Udinese racconta anche che il dieci potrebbe essere un’arma non da poco. In attesa di questa partita sul campo, c’è n’è un’altra tutta da giocare che è quello dello stadio.

Stadio, le grandi imprese si defilano

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Sorprende che in città si tenga tutto sotto traccia quando sarebbe giunto il momento di una grande mobilitazione per evitare che un clamoroso errore strategico ancora rimediabile, possa diventare una scelta condizionante per i prossimi anni della città e della Fiorentina. Secondo indiscrezioni, starebbero succedendo fatti clamorosi. Ripeto, secondo indiscrezioni, tre delle grandi imprese che avrebbero potuto partecipare alla gara per l’aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione del Franchi così come vuole il sindaco Nardella, avrebbero valutato attentamente le carte e poi deciso di non partecipare al bando di aggiudicazione dei lavori. Ritirarsi. Si tratterebbe di tre colossi, vale a dire “We Build”, Pizzarotti di Parma e Rde.It.

Si tratterebbe di no già decisi, almeno da quanto filtra da fonti vicine a Palazzo Vecchio. La motivazione sarebbe facilmente prevedibile e già ipotizzate anche da chi vi scrive che non è un tecnico, ma da tre anni cerca di far capire che attorno a questa vicenda ci sono tante e tali criticità che solo una assurda faciloneria ha cercato di mascherare. Secondo quello che filtra e il condizionale è d’obbligo, gli esperti di queste imprese avrebbero valutato che per chiudere i lavori entro il 2026 e in assoluto, non sarebbero assolutamente sufficienti i circa 150 milioni che dovrebbero arrivare dal Pnrr.

Per finire il progetto come quello che ha vinto il concorso internazionale, sempre secondo voci, sarebbero necessari oltre duecento milioni. C’è chi pensa anche 250-280. Oggi forse ne arriveranno circa 150. Cosa vuol dire tutto questo? Che nessuna azienda si può mettere a iniziare un lavoro senza sapere quando potrà finire e soprattutto se arriveranno i soldi per finirlo. Sempre secondo indiscrezioni che filtrano dal silenzio che è stato fatto calare su questa vicenda che invece dovrebbe essere pane quotidiano per tutta la politica, l’amministrazione, ma anche i cittadini, sarebbe rimasto a valutare l’ipotesi di partecipare all'aggiudicazione dei lavori un consorzio toscano, la Gst.

Con tutto il rispetto di un’impresa importante, chi sta valutando queste cose sta già storcendo il naso. La domanda è la Gst può appaltare un lavoro enorme come questo? Io non so rispondere, ma vedendo il fatturato che si aggira attorno ai 200 milioni, dati pubblicati su Internet, mi chiedo se un’impresa che fattura 200 milioni possa appaltare un lavoro che alla fine potrebbe richiederne 250 di milioni. C’è chi dice anche 280. Che oggi non ci sono e probabilmente non arriveranno mai. Per lavori del genere servono spalle larghissime e come avete visto anche le Grandi Imprese internazionali avrebbero già detto no per evitare rischi.

Tanto per rimanere in tema, ad esempio ricordo che anche un’azienda come la Nigro che costruisce il Viola Park, per l’aumento dei costi è andata in difficoltà, ma Rocco ha prontamente provveduto a rifinanziare. Chi provvederebbe nel caso, visto che l’Europa non darà altri soldi e già ne mancano settantacinque? Quando dico che sarebbe giunto il momento di accendere riflettori pubblici sulla vicenda è perché non è possibile andare avanti. Appaltare per appaltare, anche a una azienda piccola, senza avere tutto il budget necessario e con il rischio che i lavori non possano essere portati a termine nei tempi giusto. O in assoluto.

Tanto più che il mandato del sindaco è arrivato alla fine e tra pochi mesi non potrà più firmare atti. Che succede e che succederà? Vogliamo iniziare i lavori, squarciare il quartiere con il rischio di lasciare tutto a metà? E alla Fiorentina, veniamo al dunque, chi pensa? Rocco Commisso è stato chiaro. Fra un anno lascerà il Franchi per i lavori, secondo il comune, ma per andare dove? E quanto sarà il canone d’affitto nel nuovo stadio? Quanti anni dureranno i lavori?

Tutte domande che non hanno ancora avuto risposta e la Fiorentina non sa come programmare il suo futuro. Non sa dove andare a giocare e dove giocherà l’Europa se dovesse rimanere nelle coppe come ci auguriamo. Questa vicenda non è mai stata compresa e analizzata fino in fondo, ci si è fermati al Franchi bene culturale e a guardare il progetto, senza un’analisi di tutto il resto, compreso il futuro della Fiorentina e del quartiere che è la cosa predominante.

Come ho già detto, Nardella a fine mandato non può continuare ad andare avanti per orgoglio personale. Pazienza se passerà alla storia come collezionista di plastici. Pazienza se si saranno buttati via dieci milioni fra concorsi e tutto l’ambaradan montato in questi anni comprese mega presentazioni in Palazzo Vecchio e non solo di un qualcosa che ancora non c’è oggi, sbandierato come il nuovo stadio della Fiorentina, uno dei più belli d’Europa.

Un miraggio, neanche fossimo nel deserto. Il ruolo del sindaco è fondamentale e lo rispettiamo, ma in democrazia vanno anche ammessi gli errori e soprattutto non è concepibile che si possa andare avanti in una vicenda come questa senza l’assoluto consenso e senza aver informato la città di quello che sta succedendo. Dei rischi. Ci sono società in grado di partecipare alla gara di appalto e in grado di sostenere i lavori? Bastano o no i soldi del Pnrr per finire lo stadio? È giusto iniziare senza la completa copertura finanziaria?

A queste domande servono risposte urgenti, ma non a me, alla città e alla Fiorentina. Passando al minimal, anche per i biglietti allo stadio è lo stesso. Intanto abbiamo saputo che gli omaggi per il comune erano anche più di 110 e nessuno ci dice a chi andassero. Nella nuova convenzione saranno comunque una quarantina e anche qui vorrei sapere perché al comune devono andare 40 biglietti gratis per la tribuna del Franchi. Non bastano sindaco, vicesindaco e assessore allo sport? Così, domando…

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