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30 giugno: il giorno zero. Le dicotomie da sciogliere per la nuova Fiorentina

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Dubbi e nodi ancora da sciogliere. Le dicotomie che incatenano la nuova Fiorentina
Matteo Torniai

'Dicotomia', letta, seguendo l'Enciclopedia Treccani, come una "rigida divisione o suddivisione in due parti". Da tali divisioni e da tali spartiacque nasce la nova stagione della Fiorentina.

4 giugno 2024, il giorno dell'arrivo di Palladino alla Fiorentina. Potremmo, però, far partire la 'nuova era viola', proprio da oggi: il 30 giugno 2024. D'altronde, simili divisioni artificiose le hanno sempre fatte gli storici, perché non farle anche noi?


Oggi è un giorno più che simbolico. Via i prestiti (Belotti, Faraoni, Maxime Lopez e Arthur), ma via soprattutto i giocatori in scadenza (Bonaventura, Castrovilli e Duncan). Alcuni tra i beniamini di Italiano lasciano la Fiorentina, forse e probabilmente per fare spazio a quelli di Palladino. Oggi e da oggi, possiamo veramente 'misurare la febbre' della nuova Fiorentina per capire le reali ambizioni e il progetto della società di Rocco Commisso. Ma partiamo con ordine.

Progetto giovani o puntare a vincere subito?

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I presupposti per intraprendere ambedue le strade ci sono. Da un lato, Comuzzo, Sené e i rientri di Dalle Mura, Lucchesi, Favasuli, Di Stefano, Pierozzi, Amatucci e Bianco possono essere valore aggiunto e, perché no, fattori assolutamente determinanti per il futuro della rosa. La sconfitta dell'Italia ad Euro 2024, dovrebbe far riflettere in tal senso. Cosa è stato sbagliato? Prima delle prestazioni in campo, si è tanto parlato delle scelte. Mancano e sono mancati soprattutto 'giocatori di gamba' (riprendendo le parole di Spalletti) e giocatori determinanti negli ultimi 20 metri. E' da anni che si parla della necessità di investire sui giovani, ma la Fiorentina, oltre che a farlo splendidamente col Viola Park, potrebbe e forse dovrebbe dimostrarlo lanciando in campo questi ragazzi, frutto del lavoro e del sacrificio di una società intera. I prestiti sono formativi se fatti con razionalità. Sballottolare questi ragazzi prima in una squadra, poi in un'altra per diversi anni consecutivi, non ne incrementa la crescita, ma forse fa perdere la bussola e quello spiglio e sprazzo di potenziale che solo ora possono esternare. Oggi Kayode ne è la dimostrazione, sia sotto l'aspetto tecnico, che sotto l'aspetto e l'ambito di valore di mercato (oggi vale 25 milioni dopo solo una stagione). Detto tutto ciò, serve vincere subito? Le ultime finali ci raccontano che 'serve vincere subito'. Puntare dunque su giocatori esperti e di calibro internazionale per competere, sin dal 1 luglio, in ogni competizione. Può essere un'opzione, basta vedere la politica di crescita dell'Inter negli ultimi anni. Tanto si è parlato della non longevità della rosa, ma i fatti parlano di una Serie A vinta e una finale di Champions conquistata. Acerbi, Darmian, Mkhitaryan, Sommer sono stati presi per cifre minime, ma portati a livelli mai visti prima (per non parlare dei parametri 0).

Dunque, lanciare i ragazzi, o guardare solo al presente per rispondere alle ripetute richieste dei tifosi? Questa la prima dicotomia per la nuova Fiorentina.

Mercato autofinanziato o investire per una maggior rendita futura?

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La politica del marcato autofinanziato è diventata, negli ultimi anni, la linea socio-economica comune di ogni club di Serie A. L'incombere dei debiti spaventa e obbliga le squadre a manovre particolari, a volte più che rischiose (vedi il caso Juventus). La Fiorentina, dal canto suo, ha sempre avuto una buona spinta all'investimento (sia nel VP che sul mercato), l'arrivo di Commisso ha portato questo. Nelle ultime stagioni, non è stata tanto sbagliata la cifra messe a disposizione, ma il modo in cui essa è stata spesa. Nzola, ad esempio, ad oggi, è un investimento fallimentare (preso quasi a 13, oggi vale 7). Dunque, ora Pradé opererà un mercato moderato o proverà imperterrito a cercare l'investimento che frutterà alla Fiorentina fior fior di quattrini? La spesa per Kean sembra orientare verso la seconda opzione. 'Si all'investimento per una Fiorentina migliore'. Questo potrebbe essere il motto per il duo  Pradé-Goretti.

Ma tutto questo investimento attivo sul mercato, non comporta alcuna cessione? Quelle di oggi sono state sì pesanti e hanno lasciato importanti vuoti da riempire, ma sicuramente non pura liquidità nelle casse viola (hanno solo alleggerito la quota stipendi).

Dobbiamo dunque aspettarci la cessione di un big o tutto rimarrà così?

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Quarta resta (a detta di rinnovo) e Nico pure (al 99% a detta di Pradé). Dunque, chi rimane? Forse Milenkovic e Kayode. Non credo Beltran, perché sarebbe l'ennesimo investimento fallimentare. Ma con le eventuali cessioni di Milenkovic e Kayode, Pradé e Goretti, riusciranno a mettere in piedi la 'grande Fiorentina' tanto promessa ai suoi tifosi?

I dubbi sono tanti e i nodi da sciogliere pure. Per questo oggi, 30/6/24 è il vero e proprio giorno 0, il giorno in cui vedremo come e in che modo prenderà forma la nuova Fiorentina formato Palladino.

 

 

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