A quasi 22 anni di distanza dall'ultimo trofeo, la Coppa Italia del 2001, la Fiorentina di Vincenzo Italiano si trova attualmente a giocarsi le sue carte nell'ultimo atto della competizione 2022/2023. Andiamo a vedere insieme la situazione di allora e quella attuale, delineando possibili similitudini e le differenze tra le due stagioni.
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21 anni per un sogno: differenze e similitudini tra ieri ed oggi
Il perenne tour de force
—La prima differenza, emblematica, tra la Fiorentina di Fatih Terim (ed in seguito di Mancini) e quella attuale di Italiano riguarda sicuramente il dispendio di energie: quest'anno, infatti, i viola giocheranno (almeno) 59 partite. Record storico per la Fiorentina (LEGGI QUI I PRECEDENTI RECORD), che quindi rispetto a 21 anni fa si trova a dover ovviare all'inevitabile stanchezza dovuta ai tanti, forse troppi impegni.
Abituarsi a vincere
—Se è vero che ad inizio stagione quest'anno la Fiorentina ha un po' arrancato, è vero anche che negli ultimi mesi ha saputo riportare il treno sui binari giusti, con i dati che dimostrano il trend positivo dei viola. In questa stagione i gigliati hanno già vinto, infatti, 25 gare stagionali, già 10 in più di quelle vinte nel 2000-2001, quando la Fiorentina prevalse, in tutto, in 15 gare (perdendone 13) su 44 partite tra campionato, Coppa Italia e primo turno di Coppa Uefa (competizione nella quale venne eliminata dal Tirol Innsbruck).
La classifica simile, ma con una considerazione importante
—Guardando prettamente al posizionamento in campionato, poi, vediamo come (ad ora) la posizione dei viola rispetto a quella dei gigliati 2000/2001 è pressoché identica. Nona posizione (al momento) per la squadra di Italiano e nona posizione finale per quella di Terim, prima, e Mancini, poi. C'è da dire, però, che emerge una differenza sostanziale tra i due campionati: in quella stagione, infatti, la Serie A era a 18 squadre, con 4 retrocessioni in totale, e ciò rendeva il campionato più competitivo ed agguerrito rispetto all'attuale formula da 20 squadre e 3 retrocessioni.
Le guide, i giocatori chiave ed il teatro dell'atto finale
—Per quanto riguarda, infine, i protagonisti dell'andamento in Coppa Italia nelle rispettive stagioni, possiamo innanzitutto notare i profili simili dell'allora Roberto Mancini e di Vincenzo Italiano. Il primo approdò in riva all'Arno ad appena 36 anni, giusto il tempo di terminare la carriera da calciatore, per sostituire Fatih Terim, esonerato a fine febbraio 2001. Tecnico giovane, entusiasta per la prima esperienza in panchina, ed ambizioso, il Mancini di allora ricorda il Vincenzo Italiano di oggi, guida viola che ha intenzione di continuare a crescere sempre di più insieme alla sua squadra e di riuscire ad ottenere il suo primo trofeo in carriera da allenatore (proprio come fece Mancini nel 2001). Per quanto concerne le rose a disposizione delle due compagini viola, bisogna dire da subito che sia la Fiorentina 2000/2001 che quella 2022/2023 si sono trovate ad inizio stagione senza il principale bomber dell'anno precedente: nel primo caso tutti ricorderanno la partenza di Batigol nell'estate 2000 direzione Roma, mentre per Vlahovic inutile continuare a spendere parole. Di contro, in entrambi i casi i viola hanno saputo sopperire alle roboanti partenze, con Enrico Chiesa che dopo la precedente stagione condizionata dagli infortuni, collezionò nel 2000/2001 27 reti totali in stagione, e Cabral, invece, che dopo un momento non felicissimo ad inizio campionato ha saputo negli ultimi mesi porsi come vera soluzione dell'attacco dei viola. Ultima osservazione: se 21 anni fa la Fiorentina ebbe la possibilità di giocarsi a Firenze l'ultima partita della competizione (la finale di ritorno si disputò, infatti, al Franchi contro il Parma il 13 giugno 2001), quest'anno i viola non avranno la stessa fortuna, e dovranno ancora una volta andare a Roma ad affrontare il "secco" ultimo atto, da dentro o fuori. Che sia un vantaggio o uno svantaggio giocarsi tutto in un'unica gara contro l'Inter ce lo dirà, come sempre, il campo. Nel frattempo, tra analogie e differenze, la Fiorentina si trova sempre lì: a sognare, ad un passo da un trofeo che manca ormai da troppo tempo.
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