Il ministro Matteo Salvini dicendo “Non ci sono i soldi per lo stadio”, ha riacceso d’improvviso i riflettori sulla vicenda Franchi e dintorni. Vicenda inquietante, lo abbiamo detto fin dal primo giorno. E scelta politica che potrebbe rivelarsi sbagliata fino all’autogol, ma questo lo vedremo. Intanto, ovviamente, Dario Nardella ha ribattuto che invece i soldi ci sono eccome. Cosa poteva dire? Solo questo, sorretto dal suo proverbiale ottimismo nardelliano che l’ha portato ad avere già presentato un paio di volte in pompa magna lo stadio come se fosse già fatto, mentre è qualcosa che ancora non c’è, addirittura in attesa del progetto definitivo. Situazioni surreali già viste e comunque costose come la mega festa nel Salone di 500 pieno di invitati (anche Batistuta) vip per celebrare Nardella, autocelebrarsi meglio, e nulla più. Ma ormai siamo abituati ai plastici, ai sogni e alle illusioni, il problema è che in tutto questo balletto ci sta rimettendo la Fiorentina che senza uno stadio di proprietà non avrà mai la possibilità di alzare il fatturato in maniera cospicua. E quindi spendere di più sul mercato. Ma i soldi per il Franchi ci sono o non ci sono? Le parole del ministro Salvini non sono dette a vuoto. C’è in corso una revisione delle destinazioni dei fondi del Pnrr e sui circa 170 milioni destinati al Franchi le perplessità ci sono state da sempre, anche nella precedente maggioranza di governo, al punto che molti sindaci protestarono per i soldi destinati a un impianto sportivo (l’unico in Italia) invece che ad altre più importanti esigenze come le tante scuole di tutta la città metropolitana fiorentina che avrebbero bisogno di interventi, alcuni anche urgenti. I soldi, infatti, sono per tutta l’area metropolitana e Nardella li ha destinati solo al Franchi. L’operazione Franchi fu sponsorizzata, come sappiamo, dall’allora ministro Franceschini. Questione di amicizia con Nardella, anche se poi ora i due sono divisi nella corsa alla candidatura per la segreteria Pd. Quindi nessuna meraviglia se i soldi del Franchi dovessero essere dirottati per qualche altra opera dal nuovo ministro della cultura. Possibile? Vedremo. Probabile? Vedremo anche questo. Certamente l’uscita del ministro Salvini ha messo a nudo la fragilità di un’idea e tutte le criticità di un’operazione costosissima per tutta la collettività (il settanta per cento dei fondi Pnrr va restituito all’Europa) che farà fatica comunque a decollare, con il rischio di cominciare senza la certezza di finire per mancanza di fondi. La sensazione che si potrebbe creare un cul de sac è alta perché a questo punto Commisso non ha più alcuna intenzione di costruire lo stadio a spese sue. Lo ha detto chiaramente nell’ultima intervista rilasciata a Italia7, con in studio chi vi scrive, con parole chiarissime: “Certi treni passano una volta sola”. Se la politica fiorentina avesse capito e se Nardella non si fosse messo di traverso con il diktat “Lo stadio non lo faremo mai fare fuori dai confini del comune”, a questo punto probabilmente lo stadio della Fiorentina sarebbe già una realtà come sta succedendo per il Viola Park. Invece è ancora tutto in alto mare e dopo le parole di Salvini anche nella bufera. Aspettando la probabile revisione dei fondi del Pnrr ne potremo anche vedere delle belle, il tutto aggravato dal fatto che nel 2024 (politicamente domani) scade il mandato del sindaco e Nardella ormai da tempo si sta occupando più del Pd e del suo futuro che non di Firenze con tutti i problemi in sospeso. Capiremo presto cosa succederà, oltre le parole e le annunciazioni, resta il fatto che, purtroppo, la Fiorentina faticherà ad avere uno stadio suo anche questa volta. Fra l’altro la società viola non ha ancora sciolto i tanti interrogativi sull’utilizzo futuro e sul dove andrà a giocare se, vedi mai, i lavori dovessero davvero cominciare entro il 2023 come più volte annunciato dal sindaco.
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Il nuovo Franchi si fa o no? Amrabat a gennaio non si muove
Meglio Jovic di Cabral
—Momenti di riflessione, ma un po’ su tutte le questioni, dal mercato in uscita e in entrata, allo straordinario Amrabat che dal Mondiale sta facendo parlare tutto il mondo del calcio che conta. Ai tanti interrogativi sul suo futuro agitati da parenti e procuratore, ha risposto proprio il giocatore dicendo in sostanza che sta bene a Firenze, sta pensando solo alla Fiorentina, Italiano è un grande allenatore e lui è contento di come stanno andando le cose qui. Parole di circostanza? Forse, ma il ragazzo ha sempre manifestato attaccamento e affetto. Questo non toglie che la situazione andrà analizzata e se Amrabat è incedibile come dice la Fiorentina, ha un contratto in sostanza fino al 2025 che dà forza ai viola, comunque molto dipenderà dalle offerte che arriveranno. Le società inglesi hanno soldi e possono fare follie, lo sappiamo bene. L’importante sarà gestire al meglio eventuali offerte o richieste del procuratore di Amrabat, quando e se arriveranno. Comunque mi sento di escludere una cessione a gennaio, un anno dopo Vlahovic sarebbe politicamente non corretta, ma il ragazzo ha un grande rapporto con il presidente Commisso, si sentono spesso, e assieme decideranno la strada migliore per il futuro. Amrabat potrebbe anche decidere di restare come punto di riferimento di una Fiorentina che nel tempo vuol puntare alla Champions, come detto tempo fa da Joe Barone. Per il resto si stanno cercando soluzioni e idee per piazzare i giocatori che hanno chiesto di giocare di più, che come sappiamo da tempo vanno da Gollini a Zurkowski, da Benassi a Maleh e non solo. Per l’attacco sembra prevalere l’idea di provare ancora con Cabral per non rischiare di fare minusvalenze e affossare un’operazione da sedici milioni fatta pochi mesi fa. Purtroppo però anche nell’amichevole di Bastia Cabral non ha fatto granché. Meglio Jovic nella ripresa. Italiano non ha fatto sconti, appena arrivati sia l’attaccante che Milenkovic sono andati in campo, dimostrando buona forma. Del resto giocavano al Mondiale soltanto una decina di giorni fa. L’allenatore non vuole perdere tempo, sta cercando di portare tutta la rosa a una nuova ripartenza in condizioni ottimali e nello spogliatoio c’è entusiasmo ed energia per questa situazione nuova, questa seconda preparazione. Nelle amichevoli s’è vista la fluidità di manovra, ma anche la voglia e la concentrazione non sono mai mancate. Buon segno. E’ piaciuto in particolare Ikonè con le sue qualità tecniche, ma a me sembra davvero pronto anche Bianco che gara dopo gara è sempre più dentro la squadra e anche perno per la manovra. Non è poco per un 2002. Con il ritorno dei serbi la rosa dei titolari è al completo, una ventina di giorni per ripresentarsi il quattro gennaio al top. Ma anche attesa per sapere i tempi esatti di recupero per Nico Gonzalez che continua a lavorare a parte e per Sottil reduce dall’operazione all’ernia. L’argentino ha come obiettivo la gara con il Monza, più difficile ipotizzare il ritorno di Sottil.
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