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Jovic, un fiore tra le macerie. Ascesa, caduta e riscatto (?): storia del quasi viola

Jovic, un fiore tra le macerie. Ascesa, caduta e riscatto (?): storia del quasi viola - immagine 1
Dai primi passi tra le difficoltà post belliche fino alle polemiche col Real, passando dall'esplosione in Bundesliga: Jovic vuole tornare se stesso

Alessio Crociani

L'esperienza insegna a non sbilanciarsi fino alle firme sui contratti, ma Luka Jovic e la Fiorentina sono davvero ad un passo dal pronunciare il fatidico sì. Le notizie degli ultimi giorni sono solo la conferma di quanto vi raccontiamo ormai da qualche settimana: la volontà da parte di tutti - giocatore e le due società - c'è sempre stata, si trattava solo di mettersi d'accordo su cifre e formula. Si chiude così il cerchio dopo il primo, lontano interessamento viola risalente ai tempi in cui l'attaccante militava nella Stella Rossa, in madre patria.

Le origini

Jovic nasce il 23 dicembre 1997 e fin da subito capisce che dovrà guadagnarsi tutto con impegno e sacrificio, pezzo per pezzo. La sua famiglia vive nel villaggio rurale di Batar, ad una ventina di chilometri dalla città Bijeljina, al confine con la Serbia. La guerra in Bosnia è finita da poco ma le sue drammatiche conseguenze si fanno ancora sentire. Ne sanno qualcosa i genitori del piccolo Luka, che nonostante le difficoltà economiche cercano di non far mancare niente sia a lui che a sua sorella maggiore. Il padre, Milan, è costretto a mollare presto la carriera da calciatore, ma Luka promette bene e le giornate passate insieme a ripassare i fondamentali del calcio volano. Tuttavia gli ostacoli non mancano. Anche gli spostamenti diventano un problema: i chilometri che distano dalla scuola calcio (che offre un rimborso spese per il viaggio e premi a gettone per ogni gol segnato) obbligano non di rado Milan a dormire in auto, uno sforzo che in futuro verrà ripagato con gli interessi.

I primi passi

Il talento cristallino di Jovic jr. viene notato da Toma Milicevic, osservatore della Stella Rossa che riuscirà a strapparlo ai rivali storici del Partizan. La scalata nelle giovanili biancorosse è travolgente; Luka segna in tutti i modi e le sua abilità in area di rigore gli varranno il soprannome di "Serbian Falcao". Il 28 maggio 2014 arriva l'esordio in prima squadra e, puntualmente, anche il primo gol tra i professionisti. Il 3-3 finale contro il Vojvodjna si traduce per la Stella Rossa con la matematica conquista del campionato. A 16 anni, 5 mesi e 5 giorni Jovic diventa il più giovane calciatore del club ad aver siglato una rete, superando il precedente primato di Dejan Stankovic. Nessuno ormai ha più dubbi: il ragazzo di Batar è un predestinato.

La prima delusione e l'esplosione

A febbraio 2016, quando Jovic è ormai l'astro nascente della sua squadra, arriva la chiamata del Benfica. La Stella Rossa ha bisogno di liquidi e spinge per la cessione, Luka non si sente ancora pronto ma alla fine accetta il trasferimento. Le cose in Portogallo vanno male fin da subito: il centravanti non riesce ad ambientarsi e dopo un anno e mezzo saranno solamente quattro le presenze tra campionato e coppe con la maglia dei lusitani. Il sogno è già svanito? No, è solo questione di tempo. Jovic sboccia in tutto il suo splendore dopo il passaggio all'Eintracht dell'estate 2017, un'ascesa travolgente a suon di gol, assist e giocate d'alta classe propiziata dal lavoro di Kovac (prima) e Hutter (poi), tecnici a Francoforte nel biennio trascorso in prestito in Germania. Diventa letteralmente letale, un finalizzatore quasi perfetto che non disdegna il dialogo con i compagni. Finisce nel mirino dei club più prestigiosi d'Europa. E la chiamata della vita non tarda ad arrivare.

Il Real, tra Benzema e le polemiche

L'estate del 2019 è quella del grande salto al Real Madrid, club che spende ben 60 milioni di euro pur di assicurarsi l'uomo del momento. Nei piani dei Blancos, Jovic dovrà raccogliere l'eredità di Benzema ma le cose vanno diversamente: il rapporto con Zidane non decolla e la concorrenza dell'attaccante francese si rivela asfissiante. A inizio 2020 arriva anche la pandemia a complicare ulteriormente la situazione. Nel periodo di maggiore emergenza, Jovic vola a casa violando il lockdown. Il Real non la prende bene. E neanche il presidente serbo Vucic, che lo critica pubblicamente. L'attaccante finisce al centro delle polemiche e rischia addirittura gli arresti domiciliari; il pericolo viene scongiurato ma le disavventure continuano. A maggio Jovic si frattura il piede destro, a suo dire durante uno degli allenamenti personalizzati da svolgere a casa che il Real Madrid aveva programmato per i suoi giocatori. Le speculazioni non mancano, in Serbia c'è chi parla di una caduta da un balcone. Seguiranno altri piccoli "casi" di tono minore a minare ulteriormente il legame tra il giocatore ("depresso", come dichiarerà il padre in un'intervista) ed il Real.

Il rilancio

Jovic non è più lo stesso di Francorte e per ritrovarsi, a gennaio 2021, torna in prestito proprio lì doveva aveva dato il meglio di sé. La partenza è incoraggiante ma il lungo stop si fa sentire: chiuderà con 15 presenze e soli 4 gol la sua seconda esperienza all'Eintracht. L'estate successiva torna al Real, l'allenatore è cambiato (Ancelotti al posto di Zidane) ma le premesse, così come le difficoltà, sono gli stesse. Ne esce un'altra stagione anonima (15 presenze, un gol) che alimenta la voglia di riscatto di questo centravanti dalle potenzialità indiscutibili ma dal rendimento umorale. Firenze la (probabile) prossima tappa: riuscirà Italiano a toccare le corde giuste? Rivedere anche solo il 70% di quel giocatore ammirato a Francoforte sarebbe oro colato per un reparto, l'attacco viola, che ha bisogno di gol come il pane.

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