Il paradosso
—Questo sistema può creare un paradosso: avere meno squadre in Europa può aiutare un paese a guadagnare più punti nel ranking UEFA, ma riduce le possibilità di ottenere punti complessivi perché ci sono meno squadre in gara. È quindi un equilibrio tra qualità e quantità.
La classifica: i possibili scenari
—Se l'Italia recuperasse (anche per mano della Fiorentina) il secondo posto nel ranking, allora in Europa andrebbero, come lo scorso anno 8 squadre: 5 in Champions, 2 in Europa League e 1 (l'ottava) in Conference. Senza di esso, allora in Europa andrebbero in sette, col quinto posto che diventerebbe di diritto dell'Europa League. E il caso Coppa Italia? In corsa ci sono tre squadre (Milan, Bologna, Empoli) che potrebbero arrivare (ancora) all'ottavo posto o più in basso. In tale caso, i posti scalerebbero e, senza l'apporto del ranking UEFA, sarebbe la sesta ad andare in Conference League, con la quinta e la vincitrice della Coppa Italia in Europa League. Se arrivasse invece, il secondo posto nel ranking e la vincitrice della Coppa Italia arrivasse all'ottavo posto, allora sarebbe la settima ad andare in Conference League. Se la vincitrice della Coppa Italia arrivasse, invece, sempre con ranking a favore, al nono posto o in posizione inferiore, allora l'ottava sin classifica, sarebbe esclusa dalle coppe europee, mentre la settima andrebbe a fare la Conference.
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