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Superlega, che cos’è e cosa succederà. Il calcio non sarà più lo stesso

E' ufficialmente iniziata la guerra tra i 12 "top club" (a cui potrebbero aggiungersene altri) e le istituzioni calcistiche. Ecco di cosa si parla

Simone Bargellini

All'improvviso la minaccia, che aleggiava da anni, si è concretizzata. Alcuni top club europei hanno dato vita alla Superlega che al momento è solo un manifesto d'intenti delle 12 (Inter, Juventus, Milan, Atletico, Barcellona, Real Madrid, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham) che si sono autoproclamate "élite del calcio europeo". E che aspettano altre adesioni, in primis da Bayern e PSG che hanno però preso tempo.

Ma qual è il progetto?

Creare un torneo infrasettimanale a 20 club, di fatto alternativo alla Champions League, ma con una principale ed enorme differenza: 15 partecipanti sarebbero fisse e solo 5 posti sarebbero in palio ogni anno con criteri variabili e, forse, meritocratici. Il torneo sarebbe strutturato in due gironi da 10 squadre che si sfidano in gare di andata e ritorno. Le prime 3 classificate si qualificano ai quarti di finale mentre le quarte e le quinte si sfidano in uno spareggio. A seguire eliminazione diretta fino alla finale. Il vero scopo di questa iniziativa è chiaramente economico: la Superlega, gestita in autonomia da questi club, permetterebbe incassi significativamente superiori a quelli garantiti oggi dalla Uefa, si parla di 3,5 miliardi di euro.

Cosa succederà?

I club della Superlega pretenderebbero - e lo hanno messo per iscritto - di continuare a partecipare anche ai campionati nazionali. Come nulla fosse. Anche se la loro azione manderebbe in frantumi l'intero sistema calcio come lo conosciamo fino ad oggi. La Uefa, la Fifa e le singole federazioni sono però già passate al contrattacco, prospettando cause miliardarie e l'estromissione di questi club da qualsiasi competizione (LEGGI IL COMUNICATO). E sanzioni anche ai loro giocatori, a cui sarebbe vietato di giocare in Nazionale: quindi niente Europei o Mondiali. La guerra è ufficialmente cominciata ed è difficile sapere come andrà a finire. Qualcosa di simile si è verificato nel basket alcuni anni fa, col risultato di una Eurolega che oggi convive con i campionati nazionali e con altre coppe europee "riconosciute", ma decisamente ridimensionate nell'importanza e nel fascino.

La Serie A

L'Italia, come detto, è uno dei Paesi maggiormente toccati da questo "terremoto" visto che ci sono 3 club coinvolti nel progetto. I club che mettono insieme la fetta maggiore dei tifosi italiani: Juve, Inter e Milan. Sono già finiti nell'occhio del ciclone sia della federazione, che delle altre società che si ribellano alla loro iniziativa, chiedendone l'esclusione immediata dal campionato. Ma anche questa soluzione danneggerebbe, evidentemente, il "prodotto" Serie A. Oltre che quello europeo, visto che mancherebbero i club più importanti, o alcuni di essi. Di fatto non esisterebbe più il sogno dell'Atalanta di turno, quello che aveva fatto la Fiorentina in passato in Champions (e che magari sperava di poter ripetere in futuro), ma lo stesso vale per il Napoli, la Roma o all'estero il Leicester, l'Everton o il Siviglia. Si chiama competizione ed è il principio del calcio e dello sport. O almeno lo era, fino ad oggi.

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