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Stankovic (s. stampa): “Fallimento è quando non lotti. Biraghi ha un soprannome”

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Niente da fare per i blucerchiati, che escono dal Franchi con cinque gol al passivo e una retrocessione che ormai diventa più che concreta
Redazione VN

L'allenatore della Sampdoria Dejan Stankovic ha parlato in sala stampa dopo la gara contro la Fiorentina:

"Quando le partite finiscono in questo modo ci sono cose da dire tra allenatore, giocatori e dirigenza. E' difficile, sapevo che ci sarebbero state mille difficoltà ma non mi aspettavo di subire così tanto, specie nella ripresa. Nel primo tempo eravamo lì, Lammers ha avuto una bella occasione, poi ci siamo sciolti. Fare analisi è difficile dopo un 5-0. Il vero fallimento è quando smetti di lottare. Io ho la polmonite da due giorni, non ho la forza di alzarmi e mi dispiace di essere apparso poco coinvolto per oggi. L'uscita di Leris? Ha preso una botta forte, lo vedevo un po' in affanno. Guardo a cosa può dare un giocatore, ha limitato tanto Amrabat che è spettacolare, senza abbiamo perso tanto. Se tornassi indietro, lo rifarei, era l'unico a cui lo potevo chiedere. Proveremo a difendere l'orgoglio, domani ci vedremo e valuteremo come possiamo reagire. Se mi si parla di problemi fisici aumentiamo il lavoro, se tattico facciamo ripetizioni, ma mi preoccupa lo stato mentale, è difficile capire come si sentono i ragazzi pur parlando sempre con loro. Non c'è tempo, si gioca tra tre giorni. Dobbiamo essere forti. Sabiri? Difficile parlare di lui dopo una gara del genere, è entrato su un risultato compromesso. Tra meno di due mesi sarà qua e lo potrete vedere dal vivo. Biraghi? Era un ragazzino della Primavera quando l'ho conosciuto all'Inter, abbracciavo sempre i giovani e facevo un po' da fratello maggiore. Mi ricordo anche di Bonucci. Cristiano lo chiamavo Ben Affleck, ma a lui non piace (sorride, ndr). Io ho dato tutto me stesso, non ho rimpianti, rifarei tutto mille volte e mi metto a disposizione. Sono un impulsivo, in questi casi è un difetto ma si deve andare fino alla fine. Il punto è che si deve scegliere a che velocità vuoi arrivarci, alla fine. Questo è un club importante, dobbiamo essere responsabili nei suoi confronti. Ci sono modi e modi. Deluso dai miei ragazzi? E' una parola grossa... Mi aspettavo un legame più forte tra di loro, non mi aspettavo di essere travolto nella ripresa dopo un primo tempo come quello che è stata".

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