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Simeone, l’amore deluso e la voglia di rivalsa. Rimpianto? A Cagliari vita nuova ma vecchie abitudini

Domenica, alle 12:30, il Cholito e la Fiorentina si ritroveranno da avversari. A Firenze c'è chi sostiene che sarebbe servito, ma i numeri per ora parlano chiaro...

Alessio Crociani

Due stagioni passate in bilico tra amore e odio, speranza e rassegnazione. Prima di un addio quasi inevitabile. Giovanni Simeone e e la Fiorentina si ritroveranno in una domenica grigia di metà autunno, come nei più struggenti revival d'amore. Solo che quell'amore deluso oggi non c'è più . E' durato il tempo di un'infatuazione, e probabilmente neanche tornerà: alla Sardegna Arena saranno avversari, semplici ostacoli da superare per proseguire nei rispettivi percorsi di crescita. Da una parte la Fiorentina, alla scoperta di se stessa, dall'altra Simeone, ancora a caccia del salto di qualità.

C'è chi a Firenze lo rimpiange, facendo leva sulle problematiche relative all'inserimento di Vlahovic e Pedro nell'undici titolare di Montella. Ma Simeone avrebbe davvero fatto così tanto comodo in viola? Partiamo da una considerazione oggettiva: l'argentino, trascendendo per un attimo dalle valutazioni sul valore del giocatore, non sarebbe stato titolare a Firenze. Almeno in partenza. Ovviamente le cose possono cambiare, ma Montella e Pradè – al di là delle legittime affermazioni di circostanza – hanno sempre avuto in mente un tipo di attaccante diverso da lui per la nuova Fiorentina. Non a caso Pedro, Boateng e Vlahovic, così come Chiesa e Ribery, schierati spesso come coppia offensiva, hanno poco o niente in comune con Simeone (ma anche tra di loro).

In questa prima parte di stagione, l'ex numero 9 gigliato ha più o meno confermato quanto fatto vedere a Firenze negli ultimi due anni: con le 3 reti segnate in 10 gare giocate con la maglia rossoblu porta a casa la media di un gol ogni 264', leggermente inferiore - nonostante il vento in poppa di una squadra che sta volando sulle ali dell'entusiasmo - di quella in viola, pari a uno ogni 255'. Ma andando oltre i numeri, è sufficiente aver visto un paio di partite del Cagliari per rendersi conto che Simeone è più o meno lo stesso giocatore che avevamo salutato poco più di due mesi fa (sarebbe strano il contrario). Con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Da tenere sott'occhio domenica sarà soprattutto la sua voglia di rivalsa. Perché lui a Firenze sarebbe rimasto più che volentieri, ma i progetti della Fiorentina erano altri: LA GENESI DEL NUOVO ATTACCO VIOLA.

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