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Ragazzo della Sales malato di leucemia: il messaggio per la Fiorentina e De Gea

Ragazzo della Sales malato di leucemia: il messaggio per la Fiorentina e De Gea - immagine 1
Un giovanissimo ragazzo della Sales, di appena 16 anni, ha scoperto di essere malato di leucemia: il messaggio per coinvolgere la Fiorentina
Redazione VN

«Devo darti una brutta notizia. Al nostro portiere Martino ieri è stata diagnosticata una leucemia. È già ricoverato all’ospedale Mayer e sta per iniziare la chemioterapia». Martino ha 16 anni ed è il portiere della squadra under 17 della Sales, storica squadra di calcio del centro di Firenze. Questo ragazzo, come scrive il Corriere Fiorentino, due sabati fa al campo dell’Albereta contro il Rifredi era regolarmente in campo. E giocò pure bene, salvando diversi gol e permettendo alla sua squadra di perdere con onore anziché con un risultato tennistico. La squadra allievi gialloblu, fondata dai padri salesiani, è uno dei 10 dream team toscani che stanno partecipando al progetto educativo Figc «Non Solo Piedi Buoni»: una proposta che ha abbinato ciascuna di queste squadre a una realtà del sociale e di cura delle fragilità del rispettivo territorio. La Sales, per esempio, è stata invitata a fare amicizia con l’Albergo Popolare, la struttura di accoglienza del comune di Firenze che ospita ogni notte più di 200 persone senza casa. In questa settimana i giovani calciatori della squadra fiorentina faranno il loro primo incontro con gli educatori e con gli ospiti del centro di accoglienza, per ascoltare durante l’arco di tutta la stagione alcuni racconti e descrizioni di Firenze osservata da un punto di vista particolare, quello cioè di chi per tanto tempo ha vissuto per strada.

Ora però irrompe questa notizia così importante e così seria che ci investe tutti e che improvvisamente cambia obiettivi stagionali e priorità. «Dobbiamo restare uniti e far sentire a Martino il nostro affetto, fino a quando non tornerà in forma», mi messaggia Ruggero, mezzala mancina della squadra, mentre insieme ci confrontiamo sul da farsi.


Martino per ora si trova in isolamento e non è possibile andare a trovarlo in ospedale (eccezion fatta per i genitori). Però tutti sono carichi per stare comunque vicino al portierone tramite il telefono e internet. È un abbraccio collettivo che pur non essendo possibile a livello fisico (per proteggere Martino e le sue difese immunitarie indebolite dalla chemio) si percepisce comunque fortissimo già in questi primi giorni di «traversata». La fantasia e la creatività di tutto il mondo Sales è già al lavoro per fare il tifo per il proprio giovanissimo portiere in una partita così importante. C’è chi pensa a uno striscione, chi ai videomessaggi, chi a coinvolgere la Fiorentina (sua squadra del cuore) a partire da san De Gea, per un abbraccio che diventi sempre più bello e più collettivo.

A volte gli esami più difficili che la vita ci mette davanti (e che non avremmo mai voluto affrontare) abbiano il potere di tirare fuori da un gruppo e da una piccola comunità come una squadra di calcio giovanile le energie migliori: slanci di affetto, di solidarietà e di altruismo che ci portano oltre. In situazioni importanti come questa un gruppo di adolescenti può fare miracoli, una volta acquisita la consapevolezza che il loro stare insieme vale molto di più delle 30 partite di campionato giocate con la stessa maglia che li ha fatti incontrare. L’uno per tutti e tutti per uno, ora, per la Sales, non è più una frase fatta ma una realtà per cui davvero vale la pena ritrovarsi ogni giorno al campo di via Gioberti o al dormitorio di piazza Tasso. Per dire a Martino che i suoi compagni giocano anche per lui, tenendo la squadra bella in tiro per quanto tornerà con loro negli spogliatoi.