Martino per ora si trova in isolamento e non è possibile andare a trovarlo in ospedale (eccezion fatta per i genitori). Però tutti sono carichi per stare comunque vicino al portierone tramite il telefono e internet. È un abbraccio collettivo che pur non essendo possibile a livello fisico (per proteggere Martino e le sue difese immunitarie indebolite dalla chemio) si percepisce comunque fortissimo già in questi primi giorni di «traversata». La fantasia e la creatività di tutto il mondo Sales è già al lavoro per fare il tifo per il proprio giovanissimo portiere in una partita così importante. C’è chi pensa a uno striscione, chi ai videomessaggi, chi a coinvolgere la Fiorentina (sua squadra del cuore) a partire da san De Gea, per un abbraccio che diventi sempre più bello e più collettivo.
A volte gli esami più difficili che la vita ci mette davanti (e che non avremmo mai voluto affrontare) abbiano il potere di tirare fuori da un gruppo e da una piccola comunità come una squadra di calcio giovanile le energie migliori: slanci di affetto, di solidarietà e di altruismo che ci portano oltre. In situazioni importanti come questa un gruppo di adolescenti può fare miracoli, una volta acquisita la consapevolezza che il loro stare insieme vale molto di più delle 30 partite di campionato giocate con la stessa maglia che li ha fatti incontrare. L’uno per tutti e tutti per uno, ora, per la Sales, non è più una frase fatta ma una realtà per cui davvero vale la pena ritrovarsi ogni giorno al campo di via Gioberti o al dormitorio di piazza Tasso. Per dire a Martino che i suoi compagni giocano anche per lui, tenendo la squadra bella in tiro per quanto tornerà con loro negli spogliatoi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA