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Possesso palla, precisione e tiri in porta: l’evoluzione della Fiorentina di oggi rispetto al 2012-13

L'evoluzione di Montella: il suo modo di fare calcio è cambiato in base agli interpreti a disposizione e ad un mondo sempre più mutevole

Alessio Crociani

Un po' meno 'dominante', ma più pratica. E forse anche più incisiva. Bene andarci piano con le conclusioni dopo sole sei giornate di Serie A. La Fiorentina di questo inizio stagione si guarda allo specchio e si scopre diversa rispetto al gruppo che nel 2012-2013 stupì l'Italia intera. Montella varò una squadra tutta tecnica e fantasia, capace di far correre la sfera di gioco almeno quanto lo facevano i singoli interpreti: circa il 56% di possesso palla medio a partita, una precisione dei passaggi che andava oltre l'84%. Numeri che hanno una logica se in squadra hai Pizarro, Borja Valero e Aquilani.

Sensibilmente diversi quelli di questo inizio stagione: circa 47-48% di possesso palla e 83-84% di precisione nei passaggi. Diminuisce il tiki-taka cercando di attaccare l'avversario in maniera più verticale, ma la qualità della manovra si mantiene su buoni livelli. Niente male se pensiamo che il tasso di difficoltà di un passaggio dipende anche (e forse soprattutto) dalla direzione verso cui viene effettuato. Interpreti diversi, squadre diverse. Lapalissiano. Ma il merito va anche a chi ha usato capacità, esperienza e intelligenza (anche gli errori del passato, perché no?) per aggiornare il proprio modo di fare calcio in base ad un mondo che cambia in maniera sempre più veloce.

Tornando ai dati: stabile quello che indica la media dei tiri in porta, circa 16-16,5 a partita. Niente di strano, se non fosse che il calcolo di sette anni fa comprende anche le gare contro squadre come Siena, Palermo e Chievo, mentre quello di oggi è ricavato da sei partite in cui la Fiorentina ha giocato contro Napoli, Juventus, Atalanta e Milan, quattro delle prime cinque classificate della scorsa stagione. Tutte compagini - oltretutto - che fanno del possesso palla un loro punto di forza (e in quest'ottica potremmo aggiungere anche il Genoa). Insomma, i motivi per sorridere non mancano.

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