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LA STAMPA
Daniele Rugani, difensore della Juventus classe 1994, il 21 luglio dello scorso anno è risultato positivo all’alcoltest mentre tornava a Torino alla guida della sua auto sportiva. La prima misurazione ha fatto registrare 1.56 grammi di alcol per litro di sangue, scesi a 1.54 al secondo rilievo (effettuato almeno cinque minuti dopo, come previsto dal Codice della strada). In entrambi i casi, ben tre volte la soglia consentita dalla legge.
A quel punto, spiega La Stampa, è scattata la denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza, una contravvenzione che comporta l’ammenda fino a 9mila euro, l’arresto fino a un anno e la sospensione della patente fino a due anni. Rugani avrebbe potuto chiudere i conti con la giustizia pagando i 5mila euro inflitti dal gip con il decreto penale di condanna, schivando l’arresto. Invece ha deciso di opporsi e ieri mattina sarebbe dovuto comparire davanti al giudice Roberto Ruscello per il giudizio immediato: non si è presentato e il suo avvocato, il penalista Raffaele Tecce del foro di Avellino, ha affidato l’istanza a un sostituto. Il giudice però l’ha rigettata su due piedi perché è stata proposta fuori tempo massimo. Rugani dovrà quindi affrontare il processo, con tanto di testimoni, consulenze tecniche ed esame. Il prossimo 23 maggio si aprirà il dibattimento, dove la difesa intende contestare nel merito la bontà della sanzione, anche con l’aiuto delle perizie.
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