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Il miracolo De Rossi: può prendere in cura anche la Fiorentina?

Il miracolo De Rossi: può prendere in cura anche la Fiorentina? - immagine 1
Da "allenatore fantoccio" a protagonista. L'ascesa di Daniele De Rossi sulla panchina della Roma
Matteo Torniai

I numeri parlano chiaro: con Daniele De Rossi in panchina, la Roma, con la partita di ieri sera, ha ottenuto il quarto clean sheet consecutivo per la prima volta dal 2017. Neanche la famigerata Roma di Mourinho, tanto fondata e fiera della sua solidità difensiva, era riuscita nell'ardua impresa. La vittoria della Roma, ieri a San Siro, è l'ennesima vittoria di DDR che è riuscito, tatticamente parlando, ad annullare completamente la corsia di sinistra milanista, "Theo-Leao".

Fortuna del debuttante?

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Non pare sia così. Il lavoro di De Rossi in casa Roma, parte però da ben più lontano. Innanzitutto, ha ridato morale alla squadra, quasi inginocchiata di fronte alle continue dichiarazioni di Mourinho, il quale, in certi casi, sembrava più cercare di difendere se stesso, piuttosto che i suoi calciatori. Questi ultimi, sono stati più volte presi di mira dallo "Special One" che inneggiava a presunti "tradimenti" e "spie" all'interno dello spogliatoio, creando un vero e proprio "caso crime" attorno al centro sportivo di Trigoria.


"Qui c’è gente che ha un atteggiamento sbagliato, che gioca in modo superficiale certe partite. E che senza neanche avere una grande storia in Europa si permette prestazioni del genere. Da oggi in poi a chi mi chiederà perché gioca poco gli dirò che lo farà solo quando gli altri saranno morti…" Queste le parole di Mourinho che, punzecchiavano, indirettamente, a suo tempo, giocatori come Spinazzola e Celik. Anche in questo, De Rossi è stato sicuramente ben più "special" di Mourinho stesso. Vedere la prestazione a Milano proprio degli stessi Celik e Spinazzola, rispettivamente contro Leao e Pulisic, è un qualcosa che, per attenzione e sacrificio, fa veramente brillare gli occhi. Eppure, i giocatori sono i medesimi; cosa cambia? Cambia la mentalità. De Rossi è riuscito a far sentire i singoli importanti, lavorando sulla loro testa. Per questo, giocatori modesti come Celik (tra l'altro, a suo tempo, cercato anche dai viola), riescono a non sbagliare un passaggio e a neutralizzare così bene uno degli esterni più forti al mondo come Leao. Per non parlare del lavoro fatto su Pellegrini. Ai margini con Mourinho, oggi, invece al centro della squadra con dei rendimenti da attaccante puro.

Certo, la Roma è una rosa che vanta giocatori di altissimo livello come Dybala e Lukaku che aiutano, inevitabilmente, i compiti del tecnico. Ma, in un panorama calcistico, dove ogni allenatore viene etichettato o dalla parte degli integralisti (stile Italiano) o dalla parte dei gestori (stile Ancelotti), Daniele De Rossi si profila, esattamente, come il mix perfetto.

Appurato tutto ciò e sommandolo al futuro incerto del tecnico della Roma, che, nel post-derby ha preferito più definirsi "Mister presente", piuttosto che "Mister futuro", è lecito chiedersi: E' lui il nome giusto per la causa Fiorentina? Con un ciclo in piena conclusione e con una squadra da ricostruire, la figura di De Rossi (considerato anche il rapporto con Pradè), si profila come una delle occasioni più papabili ed allettanti per la futura panchina viola.

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