Qualcuno potrebbe già definirlo "il peccato originale", ma sparare sentenze inappellabili dopo tre giornate di campionato non avrebbe senso. Resta il fatto che la Fiorentina si ritrova a fare i conti con il paradosso di avere un allenatore voluto a metà. A fine luglio, con la conferma di Iachini, era stato Commisso a imporre la propria decisione al resto della società. Assolutamente legittimo per un presidente (e proprietario), anche se, lasciando da parte le dichiarazioni ufficiali, viene comunque da chiedersi quali siano e quanto incidano le ripercussioni di certe scelte non concertate. Giusto rispettare le gerarchie, ma anche i ruoli hanno un loro peso.
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Iachini e la conferma voluta a metà, quali ripercussioni? Rocco riflette sulla sua scelta
Una conferma che fin da subito ha diviso il tifo viola tra gli scettici e chi riteneva giusto dare un'altra chance a Iachini dopo il buon finale di stagione
Come ricorda anche l'edizione odierna del Corriere Fiorentino, infatti, non è un mistero che se fosse stato per Pradè e Barone, Iachini non sarebbe più sulla panchina viola e al suo posto molto probabilmente siederebbe Ivan Juric. È stato Commisso, dopo la vittoria sul Bologna (penultima giornata del campionato scorso) a decidere di andare avanti con il tecnico ascolano. Una conferma che fin da subito ha diviso il tifo viola tra gli scettici e chi, tutto sommato, riteneva giusto dare un'altra chance a Iachini dopo il buon finale di stagione e la media punti da ottavo posto. La prestazione contro la Samp ed i risultati contro Inter e blucerchiati hanno riportato il tema alla ribalta (e con i presupposti elencati, sarebbe stato strano il contrario). Iachini al momento non rischia, ma Commisso si aspetta riposte confortanti già da domenica.
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