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Funerali Mihajlovic, oltre 2000 persone. L’omelia: “Fragilità dolce, guerriero”

Funerali Mihajlovic, oltre 2000 persone. L’omelia: “Fragilità dolce, guerriero” - immagine 1
In mattinata l'ultimo saluto all'allenatore

Redazione VN

Roma si ferma per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic. L’orario dei funerali era fissato alle 11.30, ma già alle 10 oltre duemila persone erano radunate all’esterno della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Tifosi presenti: tantissimi laziali ma anche bolognesi, milanisti, interisti, sampdoriani e della Stella Rossa. Il feretro ha lasciato il Campidoglio intorno alle 9.40 e ha raggiunto piazza della Repubblica – parzialmente chiusa al traffico per l’occasione – alle 10.15, seguito dalla famiglia Mihajlovic. La folla ha accolto l’arrivo con un lungo applauso. (gazzetta.it)

I PRESENTI - Tra gli altri, sono presenti in chiesa Malagò, Bruno Conti, Gianni Morandi, Peruzzi, Immobile, Donnarumma, Totti, De Rossi, l'On. Lollobrigida e altri politici, gli ex viola Angelo Di Livio, Iachini, Montella.

Le parole del Cardinale

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"Con tante domande accompagniamo in quest'ultimo tratto Sinisa... - ha detto il cardinale Zuppi durante l'omelia - togliamo tante pietre dal nostro cuore come ha detto Sinisa. Ci stringiamo fra noi, anche fisicamente, e quanto fa bene... Oggi sentiamo l'ingiustizia, nei nostri pensieri ci aiuta il Natale, Dio nasce per amore e accetta anche la morte per rinascere in cielo... Dio vuole che la morte, che è sempre ingiusta, non sia la fine ma la nascita. La malattia ci fa pellegrini alla scoperta di sé, Sinisa fece questa esperienza anche durante la guerra, che aveva un solo colore, il rosso del sangue, e aveva ragione. Grande è chi aiuta e ama la sua squadra, chi valorizza il talento, chi crede in lui quando non è nessuno, Sinisa lo ha fatto. Contro il vero grande nemico disonesto che è il male, è questa la squadra che serve. La famiglia di Sinisa era la sua squadra del cuore, amato fino alla fine. La sua squadra del cuore ha giocato come voleva lui, poche ore prima in clinica Arianna giocava con Violante e mi ha commosso. Per quella squadra dava tutto. E' rimasto lo stesso: ruvido, schietto, generoso. E allo stesso tempo dolce e tenero. La sua autenticità spesso lo ha portato al limite. A Medjugorje disse: ho cominciato a piangere, come un bambino, non riuscivo a trattenermi e mi sono sentito più forte e più uomo quel giorno che in tutta la mia vita. Su quella panchina mi sono ripulito, ho iniziato a pregare e da lì l'ho fatto sempre. Non per dire voglio, ma grazie. Mi sono sentito appagato e puro, come un bambino appena nato. Le fragilità non sono ostacoli ma opportunità. Sinisa non scappava, l'ha affrontato con coraggio e credo che ha dato tanto coraggio parlandone, piangendo davanti agli altri, condividendo il passaggio verso la fragilità. Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità. La fragilità è una porta, non un muro. Voglio dire a tutte le persone di non abbattersi. Grazie Sinisa. Il fischio finale per ogni credente è che con la morte di apre il secondo tempo della vita, spero tu stia bene. Oggi Sinisa è libero con te".

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