Oggi sono i figli di Bruno, Claudia e Alessandro, accompagnati dai nipoti di Gabriella e Bruno, Viola e Flavio Bruno, a voler portare avanti la battaglia in nome di tutta la famiglia e anche di tutti coloro che, come alcuni compagni di squadra di Bruno ai tempi della Fiorentina e delle altre società calcistiche, potrebbero aver subìto danni gravi dall'assunzione di quelle sostanze.
Ecco il motivo dello striscione esposto nella romana piazza Cavour, davanti alla Corte Suprema di Cassazione, nel tentativo di richiamare l'attenzione della prima presidente della Corte, Margherita Cassano, e dei vertici dell'organo supremo della Giustizia ordinaria in Italia, sul caso di Beatrice. Nel tentativo di ottenere giustizia per Bruno e per gli altri calciatori vittime di una morte non "bianca", ma di un color tenebra: ossia destinata a restare nascosta, misteriosa, mistificata.
"Non ci fermerete nella nostra battaglia - dicono in coro Claudia e Alessandro da Roma - nè ora, nè mai. Vogliamo giustizia per Bruno".
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