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BUENOS AIRES, ARGENTINA - FEBRUARY 22: (L-R) Daniel Bertoni, Ricardo Bochini and Diego Maradona pose for the photo prior a match between Independiente and Gimnasia y Esgrima La Plata as part of Superliga 2019/20 at Estadio Libertadores de America on February 22, 2020 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Marcelo Endelli/Getty Images)
In un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista della Fiorentina Daniel Bertoni, ripercorre alcuni istanti della sua carriera tra cui l'esperienza in maglia viola:
"Arrivai a Firenze nel 1980, ci rimasi quattro anni. Poi, altri due a Napoli e uno a Udine. Ho avuto in dote dalla sorte città meravigliose, lasciatemi aggiungere Siviglia, e gente fantastica". Un mondiale vinto e quattro scudetti sfiorati: "Incredibile ma vero. Alla Fiorentina, nell’82, ce lo strapparono all’ultima giornata: spalla a spalla con la Juve, rigore che trasforma Brady, mentre al Catanzaro non ne venne concesso uno evidente, e gol annullato a noi che pareggiammo a Cagliari. I tifosi viola dicevano: meglio secondi che ladri. Io replicavo: meglio ladri che secondi".
"Si fece male Antognoni e fu una perdita enorme, come può immaginare. Con lui sarebbe stato diverso. Giancarlo era calciatore straordinario ma, garantisco, come uomo è persino superiore, una bella persona. La sua assenza si avvertì, ma mi lasci pensare che se non avessero sbagliato gli altri saremmo andati allo spareggio". Continua: "Dissi al Conte Pontello, una figura centrale nella mia crescita ed al quale resterò grato finché vivrò, di prendere Passarella. Galbiati, che era il titolare, ci rimase male; ma Daniel, che è amico mio ancora oggi, rappresentava un valore elevatissimo a livello internazionale, un leader".
"Alla fine di quella stagione, incontro l’ingegner Dino Viola a Fiumicino: 'Ti voglio portare alla Roma'. Tito Corsi, il ds dei viola, mi dice: 'Sei una delle nostre bandiere'. Ok. Estate del 1984: mi chiama Emiliano Mascetti, ds del Verona, 'Ti vorremmo qua, crediamo in qualcosa di grosso'. Ma scelgo Napoli, è arrivato Maradona: noi ottavi e loro campioni d’Italia. Resto fino al 1986, vado via proprio prima che quella squadra sensazionale - Diego, Bagni, Giordano, Ferrara - vinca per la prima volta lo scudetto. Posso dire di esserci stato vicinissimo più e più volte".
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