Il no e la Fiorentina
—Quando mi arriva la chiamata io ero in riva al mare a Pesaro, guardo l’orizzonte e Galliani mi dice: “Massimo mi dispiace, ma non c’è stato verso…”. Non è che mi ha liquidato così, però questa era il senso. Quello è stato il punto. Ero molto triste, molto. Perché avevo un sogno. Ho finito a 492 presenze, ci tenevo ad arrivare a 500, ma non solo per quello. Ci tenevo a finire lì, in quel momento non mi vedevo con altri. Poi è arrivata la Fiorentina e ho fatto un anno fantastico, li ringrazierò per sempre perché mi hanno dato una bella opportunità. È stata una scelta figlia della rivalsa, della voglia che avevo dentro di far vedere. Però in quel momento lì ero tanto triste. Non erano solo le otto presenze, nella mia testa il calcio è il Milan. È stato quello, ho dato tutto lì. Dopo tanti anni ti immedesimi nella situazioni in cui sei, era difficile scindere le due situazioni nella mia testa”.
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