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Adriano si racconta: “L’alcol non mi faceva neanche sognare. Volevo solo bere”

Redazione VN
Il dramma di Adriano. Attaccante brasiliano passato anche da Firenze, che dopo anni si racconta all'interno di un'autobiografia

Tante sono state le battaglie contro le sue dipendenze, come molti sono stati i suoi successi. Ma per Adriano la storia poteva essere ben diversa e per questo ha deciso di raccontarsi scrivendo un'autobiografia da più di 500 pagine. Le origini, la carriera e le guerre con dipendenze e depressione, questo e molto altro nella vita "dell'Imperatore", capace, di arrivare sesto al Pallone d'oro 2004 a soli 22 anni ed essere tuttora il miglior marcatore della storia dell'Inter in Champions League. Passato anche da Firenze nel gennaio 2002 ha raccontato così tutti i momenti negativi della sua vita, riportati dal Corriere della Sera:

Quando morì mio padre, l'alcol diventò l'unico mio fido compagno. Tornavo a casa e trovavo qualsiasi motivo per bere. Magari perché c'erano i miei amici, o perché non volevo stare in silenzio, o più semplicemente per dormire. Mi sdraiavo in un angolo senza nemmeno riuscire a sognare. Molte persone usano il calcio come valvola di sfogo, io invece avevo bisogno di una via di fuga da questo sport. La via d'uscita inizialmente era mio padre, poi lo sostituì l'alcol. All'Inter bevevo e arrivavo tardi agli allenamenti, mentre la società cercava di insabbiare tutto. Ricevevo delle multe sullo stipendio ma non m'importava, prendevo ugualmente tanti soldi.