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Muriel /2: “Vendere biglietti della lotteria la partita più difficile. Idolo? Valenciano. A Corvino consiglio…”

La seconda parte dell'intervista rilasciata da Luis Muriel a La Gazzetta dello Sport

Redazione VN

"Il lavoro del padre come tassista non bastava, «così decisi di andare per le strade di Santo Tomas, il mio paese, a vendere i biglietti della lotteria». Luis Muriel si racconta a La Gazzetta dello Sport: «Quella è stata la partita più dura della mia vita». Non doveva segnare gol, bensì convincere le persone ad acquistare quel tagliando che lo avrebbe avvicinato sempre di più al mondo del pallone. «Tre volte ho anche venduto il premio record», ricorda. Adesso il mondo si è ribaltato: «A Santo Tomas ho aperto un ristorante dove lavorano i miei fratelli, solo cucina della mia terra». I paragoni e l'amore per Ronaldo, ma «in realtà il mio primo idolo è stato Ivan Valenciano del Junior Barranquilla, ha giocato anche qualche partita con l'Atalanta». Poi è arrivato Il Fenomeno, «lo vidi per la prima volta su YouTube». Il rimpianto è non averci mai parlato: «Eravamo nello stesso albergo, alcuni miei compagni andarono a parlarci, io ero dietro di loro, non riuscivo a parlare, ero paralizzato. Per fortuna Cuadrado mi immortalò insieme a lui». Muriel è attaccante, ma anche talent scout: «Luis Diaz, punta esterna del '98 del Barranquilla, poi il play di centrocampo Vitor Cantillo»

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