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Rolando Maran, un mancato operaio con la passione del golf. E la Toscana nel destino…

Rolando Maran viene dal calcio di provincia. La Fiorentina lo stima e la Toscana è la terra dove è iniziata la sua carriera da allenatore...

Stefano Rossi

Campi polverosi, ginocchia sbucciate e calcioni agli avversari quando l'arbitro non vede. Rolando Maran, oggi sulla panchina del Chievo, è uno di quei tecnici che arriva dal calcio di provincia. Da giocatore ha indossato la maglia gialloblù ben 330 volte. E' una bandiera, a tutti gli effetti. Difensore col vizio del gol, ha contribuito alla crescita lenta ma costante del club fino a quando a metà anni '90 si è assestato in Serie B. Rolando è nato a Trento il 14 luglio 1963 da una famiglia di operai. I suoi fratelli più grandi, Lino e Florio, gestiscono l'azienda edile che il papà ha lasciato in eredità. Tifoso del Milan come tutti i suoi congiunti, si è innamorato presto del calcio anche se ha provato a giocare a pallavolo e negli ultimi anni si è appassionato anche allo sci e al golf, passione condivisa col suo giocatore Simone Pepe.

La carriera da allenatore, più precisamente da vice, è iniziata nella stagione 1997-1998 proprio sulla panchina del Chievo come vice di Silvio Baldini. Fu proprio l'ex tecnico dell'Empoli a volerlo con sè. Il motivo? Quando lo aveva avuto da giocatore alla Carrarese ne aveva intravisto le doti di potenziale allenatore arcigno e autorevole. E infatti, prima di cominciare a camminare con le proprie gambe, Rolando è stato vice di Baldini anche a Brescia. Nel 2003, dopo aver lavorato nelle giovanili del Cittadella, arriva la promozione in prima squadra. I risultati sono buoni e tre anni dopo torna al Brescia, questa volta alla guida della prima squadra. A dieci giornate dal termine del campionato viene esonerato dal presidente Corioni. Al suo posto arriva Zeman ma il treno Play-off non viene agganciato ugualmente. Il risultato? Il presidente ammise pubblicamente di aver sbagliato ad esonerare Maran. In seguito passa circa sei mesi alla guida del Bari e poi va alla Triestina orbitando nella zona medio alta della classifica. Dopo il passaggio al Vicenza, il tecnico arriva a conseguire il 5° posto in Serie B guidando il Varese nella stagione 2011-2012: qualificatosi ai Play-off, esce nella doppia sfida contro la più accreditata Sampdoria di Iachini.

L'appuntamento con la Serie A però è solo rimandato. Nel 2012 il Ds del Catania Nicola Salerno lo chiama a sostituire Vincenzo Montella, appena passato alla Fiorentina. Il risultato del primo anno è straordinario: l'annata termina con l'ottavo posto in classifica e il nuovo record di punti in Serie A, ben 56. L'anno seguente è quello più complicato per il club etneo e per l'allenatore che viene esonerato ad ottobre, richiamato in panchina e poi allontanato di nuovo nell'aprile 2014 dopo 5 sconfitte consecutive. Lo scorso anno ha fatto ritorno al Chievo, il club dove tutto era iniziato. Raccolta la squadra all'ultimo posto in classifica da Eugenio Corini, chiude la stagione al 14' posto con 43 punti in graduatoria. Oggi il Chievo ha 48 punti in classifica, il record storico in Serie A è a quota 56. Nelle ultime tre partite Maran e la sua truppa cercheranno di fare la storia e di migliorare il dato dell'era Delneri. Un risultato che potrebbe permettere al tecnico non più giovanissimo di fare il salto in una big un po' come avvenuto lo scorso anno a Sarri. Tra le panchine futuribili c'è anche quella della Fiorentina in caso di addio di Paulo Sousa. Sabato sera al Bentegodi il tecnico trentino farà di tutto per ammaliare la dirigenza viola che già l'estate scorsa fece un sondaggio per portarlo a Firenze. E in Toscana, la terra grazie alla quale è iniziata la sua carriera da allenatore.