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Pradè: “Terzo posto? Firmerei subito. Sousa e Kalinic, li abbiamo presi…”

Il Ds viola torna a parlare nel giorno dopo la grande vittoria viola di San Siro

Redazione VN

Lunedì felice in casa Fiorentina, poche ore dopo la netta vittoria per 4-1 contro l'Inter a San Siro. Attraverso Radio Rai, durante la trasmissione Radio Anch'io Sport, il ds viola Daniele Pradè è tornato sulla prestazione offerta dalla squadra allenata da Paulo Sousa. Ecco quanto evidenziato da TMW: "Siamo ovviamente felici non c'è stato un risveglio felice solo perché non ci siamo addormentati, anche se da oggi penseremo all'Europa League. Ieri è stato bello trovare i tifosi ad aspettarci alla stazione, abbiamo vissuto belle sensazioni".

Come è arrivata la decisione di puntare su Paulo Sousa? "L'avevamo cercato tre o quattro anni fa, la scelta poi cadde su Montella. Sousa è un tecnico internazionale, quest'anno ci siamo subito indirizzati verso di lui. Siamo stati l'ultima squadra a prendere l'allenatore, ma avevamo le idee chiare. Anche aspettando un po', i risultati arrivano se il lavoro svolto è stato fatto bene".

Le iniziali contestazioni dei tifosi per Sousa? "Adesso invece c'è un grande feeling tra il nostro mister e la tifoseria. L'unica cosa che fa cambiare idea alla gente, è il lavoro e il sacrificio. I risultati possono arrivare o non arrivare, ma l'importante è lavorare".

Il lavoro del vostro club? "Noi siamo un team, una società fortemente strutturata. Da soli non si fa nulla".

Come è nata l'idea Kalinic? "L'ex Jugoslavia è una zona dove il talento è alla base del divertimento e del calcio. I ragazzi non sono preparatissimi sotto l'aspetto tattico, quando arrivano in Italia si perfezionano. Il discorso Kalinic è semplicissimo, siamo un club strutturato e l'abbiamo visto meglio degli altri in quanto abbiamo sfidato il Dnipro l'anno scorso in Europa League. Sousa lo conosce da quando ha 18 anni, conosceva benissimo il calciatore. Abbiamo fatto delle scelte, abbiamo puntato silenziosamente su Kalinic. Trattare con le società ucraine è molto difficile, Sousa ha influito parecchio nella decisione di puntare sul croato. Il tecnico lo conosce benissimo da tempo, possiamo far bene. Le scelte sono ponderate, prese dopo aver parlato intorno a un tavolo".

Dove potrebbe arrivare la Fiorentina qualora avesse trattenuto Joaquin e Salah? "Si tratta di discorsi contrattuali, non parliamo più di Salah. Nemmeno una virgola. Joaquin era importante, ha caratteristiche importanti. Gioca uno contro uno, all'antica, però il suo obiettivo era quello di tornare al Betis per chiudere la carriera. Abbiamo preso Jakub Blaszczykowski, è un calciatore importante. Non è al 100% ma servirà parecchio a questa squadra. Siamo contenti per Joaquin e di avere Blaszczykowski".

Affronterete Atalanta, Napoli e Roma nelle prossime giornate. La Fiorentina può ambire allo scudetto? "Quest'anno nulla è scontato nel nostro campionato, non c'è una gara con un risultato già deciso. L'atteggiamento di tutte le squadre è propositivo, noi giochiamo sempre per vincere. Sousa ha un atteggiamento propositivo, pensa sempre di poter vincere. C'è chi è più attrezzato di noi, ma la nostra testa deve essere come quella di ieri. Abbiamo affrontato l'Inter, ma l'atteggiamento è stato quello giusto fin dal primo minuto. Il rigore non è casuale, abbiamo attaccato fin dall'avvio. È troppo presto per giudicare chi può vincere o meno il tricolore".

Firmerebbe per il terzo posto oppure no? "Significherebbe arrivare ai preliminari di Champions (ride, ndr), per una posizione simile si firmerebbe immediatamente. Veniamo da tre anni chiusi al quarto posto, ma vogliamo una squadra che coinvolga i tifosi e la piazza. Firenze è una città esigente, dove piace il bello. Vogliamo essere propositivi e avere una squadra che dia qualcosa al pubblico. Questo è alla base del nostro pensiero, ma giochiamo un campionato difficilissimo. Abbiamo finora giocato poco in Europa, il problema sarà quando gli impegni inizieranno a pesare. Adesso non è facile nemmeno pensare al terzo posto, all'inizio nessuno ci accreditava tra i primi posti. Adesso la situazione, per qualcuno, sta andando oltre le migliori aspettative. La Fiorentina, come azienda, struttura e modo di pensare, è più vicina ai club europei. In termini societari, non abbiamo nulla da invidiare nemmeno ai top club".

Cosa vorrebbe dire a Montella? "Lo conosco da tantissimi anni, abbiamo un rapporto di amicizia profonda. Abbiamo avuto un allenatore top come Vincenzo, siamo stati bravi a sceglierne un altro top. A Montella auguro il meglio, non ci siamo lasciati benissimo ma i rapporti sono buoni. C'è già stato un incontro con Della Valle e la dirigenza, resta la stima e la grande amicizia. Le situazioni negative sono state messe da parte".

Argomento stadio? "Non posso dare delle risposte, faccio parte del comparto tecnico e non mi occupo di questo aspetto. La famiglia Della Valle ci sta lavorando, si stanno spendendo tantissime energie in tal senso".

Quando rivedremo Giuseppe Rossi? "Il nostro percorso continua da tre anni, ma questo è un nuovo anno di partenza. E' arrivato Sousa, abbiamo cambiato 14 calciatori in rosa rispetto la scorsa stagione. È rientrato Vecino, sul quale puntiamo tantissimo, abbiamo preso Rebic e Roncaglia sta facendo bene adesso. Puntiamo molto su Bernardeschi, vogliamo dare continuità a Babacar. Dopo questo c'è il rientro di Pepito, non è ancora al 100%. Va gestito a livello fisico e mentale, il rientro deve essere graduale. Rossi è il nostro calciatore più importante. Quando tornerà, ci divertiremo".

Differenze tra Montella e Sousa? "Sono due tecnici con percorsi simili, molto moderni. Sono due allenatori che puntano su una cultura di vita, che è una cosa importantissima. Sanno confrontarsi e come gestire ogni situazione, mi piace pensare che la Fiorentina è brava a scegliere i propri collaboratori".