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La vita da esiliato di Olivera: tra convocazioni, Cristoforo, il suo barrio e… le nottate col Peñarol

Maxi Olivera

Il terzino è totalmente estraneo alle scelte dell'allenatore: a gennaio saluterà

Giacomo Brunetti

"Stefano Pioli non lo ha mai convocato e, se nei giorni a cavallo di Ferragosto sembrava già imbarcato su un volo per il Messico, adesso si gode Firenze con la nostalgia di casa e la consapevolezza di essere ai margini del progetto tecnico. Maximiliano Olivera si allena, osserva e vive tutto da straniero nella propria patria. L'acquisto di Hancko è stato un segnale inequivocabile, né la Fiorentina è riuscita a venderlo, né il suo entourage gli ha trovato una sistemazione altrove. E se lui e Cristoforo non potevano essere ceduti nella prima estate in viola, quest'anno la musica era diversa.

"Separato dal connazionale, il suo miglior amico fiorentino, la situazione si è fatta ancor più isolata. 'Seba' è passato per Firenze durante l'attuale sosta, i due si sono anche immortalati in uno scatto dopo che il difensore aveva pubblicato un post smielato per il compleanno del centrocampista, in prestito al Getafe. A gennaio, il mercato busserà nuovamente: niente svincolo, sarà una cessione a sancire l'addio alle sponde dell'Arno.

L'uruguaiano è un corpo avulso, al momento. Uno di quei casi spinosi della rosa, ma silenzioso, senza creare problemi. Gite in giro per l'Italia e nottate a tifare Peñarol lo accompagnano da mesi, in attesa di una nuova destinazione. Alcune settimane fa, un lutto ha colpito il suo barrio, e lui lo ha sofferto. La vita da esiliato non è la più glorificante vetrina per cercare soluzioni di livello: "È ancora presto per tornare in Sudamerica", aveva detto. Chissà.

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