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Fattore “secondo anno”: il grande vantaggio della Fiorentina. Ma per Pioli c’è un tabù

Non solo i nuovi acquisti: la Fiorentina riparte con certezze e consapevolezze diverse da un anno fa. Ma Pioli...

Simone Bargellini

E' una Fiorentina più forte dello scorso anno? Secondo la maggioranza dei nostri lettori sì, in base al mercato appena concluso. Ma c'è un altro elemento che può far ben sperare, e cioè il "fattore secondo anno". A differenza dell'estate scorsa, infatti, la Fiorentina ha già una sua identità chiara e un allenatore che conosce bene il gruppo. Certo, lo stesso si può dire anche per le dirette concorrenti (Atalanta, Sampdoria, Torino) ma per i viola il "salto" potrebbe essere più ampio. Il motivo? La rosa è fatta di molti giovani, per i quali un anno di esperienza significa tantissimo. Prendiamo Chiesa, che l'estate scorsa era reduce solo da una manciata di presenze tra i professionisti, mentre lo stesso Simeone aveva fatto un solo campionato in Italia, per non parlare di Milenkovic e degli altri che arrivavano dall'estero.

Insomma, al di là dei Pjaca, Mirallas, Gerson, Lafont e compagnia (il cui rendimento sarà importantissimo), molto delle sorti della Fiorentina dipenderà anche dal gruppo vecchio - si fa per dire - e dai progressi che dimostrerà di aver fatto. Il secondo anno come potenziale "arma" della Fiorentina, ma anche un tabù da infrangere per mister Stefano Pioli. Che in carriera ha girato molte squadre, dando spesso il meglio di sè nella prima (e a volte unica) stagione. Con Bologna e Lazio il tecnico parmense andò oltre le aspettative - 9° con i rossoblu e 3° con i biancocelesti - ma non riuscì poi a confermarsi e finì in entrambi i casi addirittura esonerato. Dopo l'ottimo lavoro della scorsa stagione a Firenze, anche Pioli è chiamato a sfruttare il "fattore secondo anno", ma stavolta in positivo.

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