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Serie A, quando il cambio in panchina non paga: per Iachini sarà dura. Ok Ranieri, male Pioli

Sei cambi in panchina in questa Serie A, pochissimi hanno pagato. Disastro Motta e Grosso

Pier F. Montalbano

Via a furor di popolo Vincenzo Montella, dentro la vecchia conoscenza Beppe Iachini. Un nome che scalda a metà Firenze, divisa tra la grinta dell'ex mediano viola e un curriculum da allenatore non di primissimo livello dell'uomo con il cappellino. Ma quanto può incidere la scossa in panchina? In Serie A cambiare, soprattutto quest'anno, non sta pagando dal punto dei vista dei risultati o comunque non ha dato quel cambio di passo atteso dai presidenti in cerca di una svolta.

La prima testa a saltare nella stagione 2019-20 è stata quella di Eusebio Di Francesco, che dopo una sola vittoria e sei sconfitte ha salutato una Samp ultima in classifica. A dire il vero, l'arrivo di Claudio Ranieri è stato l'unico vero toccasana tra tutti i cambi di guida tecnica, sebbene i blucerchiati navighino ancora in acque non del tutto limpidissime. Tre vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte il ruolino di marcia, in linea per acciuffare la salvezza. L'altra parte della Lanterna invece non ride, visto che Thiago Motta ha sostanzialmente la stessa media punti di Aurelio Andreazzoli: dopo un inizio promettente, l'italo-brasiliano si è progressivamente incartato e rischia di fare la fine dell'ex tecnico dell'Empoli.

Disastroso invece l'apporto di Fabio Grosso a Brescia. Zero punti in tre partite, zero gol fatti a fronte dei dieci subiti - oltre alla lite con Balotelli dopo pochissimi allenamenti - che fanno tornare sui propri passi Cellino: dopo la cacciata, Eugenio Corini ha riportato le Rondinelle in carreggiata. Quasi nullo invece il cambiamento dell'Udinese da Igor Tudor a Luca Gotti. Se in 10 gare il croato aveva conquistato altrettanti punti, il suo vice (che non aveva intenzione di finire sotto la luce dei riflettori) ne ha portati a casa otto in sette gare, alterando a suo favore di pochissimo la media: la classifica resta la stessa, l'obiettivo pure: salvezza salvezza salvezza.

Se storicamente sono le piccole a cercare di invertire la rotta, quest'anno anche le big non hanno mancato l'appuntamento con il cambio in panchina. Chiedere al vulcanico (e accentratore) Aurelio De Laurentiis, che ha deciso di esonerare Carlo Ancelotti dopo una prima parte di stagione avara di risultati in campionato e ricca  di tensioni extra campo. Gennaro Gattuso è partito subito male, perdendo in casa con il Parma ed evidenziando le stesse problematiche della precedente gestione per poi rifarsi in extremis con il Sassuolo. Due sole partite non sono del tutto indicative, se dovesse continuare su questa media-punti non cambierebbe molto. Bollente anche la patata di cui si è caricato Stefano Pioli: 1,2 punti rispetto agli 1,28 di Marco Giampaolo: la matassa Milan è difficile da districare e il 5-0 di Bergamo ha riacceso la spia rosso...nera.

Alla luce di questi dati, per Iachini non sarà un compito facile quello di risollevare una Fiorentina in caduta libera. In bocca al lupo, Beppe!

SAMPDORIA – Di Francesco 1W 6L (3 punti, 0.42) - Ranieri 3W 3D 4L (12 punti, 1.2)

BRESCIA – Corini 2W 1D 8L (7 punti, 0.6) - Grosso 3L (0 punti) - Corini 2W 1D (7 punti 2.3)

NAPOLI – Ancelotti 5W 6D 4L (21 punti, 1.4) - Gattuso 1V 1L (3 punti 1.5)

MILAN – Giampaolo 3W 4L (12 punti, 1.28) - Pioli 3W 3D 3L (12, punti, 1.2)

UDINESE – Tudor 3W 1D 6L (10 punti, 1) - Gotti 2W 2D 3L (8 punti, 1.1)

GENOA – Andreazzoli 1V 2D 5L (5 punti, 0.62) - Thiago Motta 1V 3D 5L (6 punti, 0.66)

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