UN CARABINIERE a cavallo lo vide da lontano e gridò: «Egistooo!». Non erano su un viale, o addirittura in una strada, erano in mezzo al campo da gioco dello stadio di Palermo, durante mischie e tafferugli, e lancio di petardi che avevano costretto l’arbitro Generoso Dattilo (nonostante il nome di battesimo dava un rigore soltanto in caso di morte in area) a interrompere la partita tra il Paleremo e la Fiorentina. Era il 3 marzo 1946. Quell’Egisto chiamato dal carabiniere a cavallo era Pandolfini, che lo riconobbe subito, erano di Signa tutt’e due.
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Lo strano incontro di Pandolfini del 1946, quando Palermo-Fiorentina finì con i carabinieri in campo!
Un episodio unico nella storia del calcio italiano avvenuto il 3 marzo 1946 al termine di Palermo-Fiorentina
GIORNI difficili, così dificili e addirittura avventurosi che per raggiungere Palermo la squadra della Fioirentina fece il vaggio su tre automobili. Comodo, eh? Non troppo. A parte il fatto che a quell’epoca l’autostrada non era nemmeno un desiderio, le auto erano per così dire precarie. In che senso? Nel senso che la Lancia Artena sulla quale erano saliti Pandolfini stesso e altri giocatori battè uno specie di record tra andata e ritorno: ventidue forature, dicesi ventidue.
LAUTA cena durante il viaggio, a Reggio Calabria. Menù, fichi secchi. Torniamo sul campo di Palermo.La formazione dei viola era questa: Griffanti, Eliani, Piccardi, Rallo, Avanzolini, Magli, Morisco, Dell Rosa, Biagiotti, Gritti, Pandolfini. Allenatore Bigogno. Nel Palermo c’erano il portiere Corghi, e con l’11 Di Bella, poi allenatore. Tornò la calma, i carabinieri uscirono dal campo, i giocatori ripresero il loro posto. Risultato finale 0-0. Poi cominciò per i viola il viaggio di ritorno su quelle tre auto. Notizie precise non ne abbiamo, ma sembra che stiano per arrivare.
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