LA DATA, più meno, è quella dell’anno scorso, e la situazione è simile. A distanza di 12 mesi la Fiorentina si trova nuovamente nella situazione di dover conseguire per forza un risultato positivo all’ultima giornata del girone eliminatorio di Europa League per poter essere sicura di passare il turno. Quando il 10 dicembre 2015 i viola di Sousa si apprestavano ad affrontare il Belenenses nell’ultima gara valida per il girone eliminatorio di Europa League, la classifica aveva già escluso la Fiorentina dal primo posto (già nelle mani del Basilea con una gara d’anticipo) e, soprattutto, aveva obbligato i gigliati a vincere per forza contro i lusitani per strappare quel secondo posto utile per continuare l’avventura europea.
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La Nazione – Qualificazione “last minute” (come l’anno scorso…). In Europa Sousa «soffre» più di Montella
I viola di Sousa subiscono delle «mutazioni» complete quando non sono impegnati in campionato, al punto da sembrare una squadra guidata da un altro tecnico quando non scendono in campo nel week end
RICORDIAMO che un eventuale pareggio non avrebbe garantito la qualificazione ai ragazzi di Sousa, visto che il Lech Poznan, con una vittoria, avrebbe conquistato il secondo posto scavalcando proprio i viola. Come andò a finire ce lo ricordiamo bene: vittoria casalinga di misura dei viola (1-0, gol di Babacar), successo esterno del Basilea a Poznan e rischio di eliminazione (clamorosa) scongiurato. Stasera, più o meno, il discorso è lo stesso, con la possibilità, però, per i viola di poter ancora tagliare il traguardo per primi. Si tratterà di una magra consolazione, visti e considerati i livelli mediocri delle avversarie. Va ricordato, in questo contesto, che la 34° posizione nel Ranking Uefa aveva permesso ai viola di iniziare questa stagione da «testa di serie» e, a giudicare dalle posizioni delle avversarie (56° PAOK, 93° Slovan Liberec e 134° Qarabag), niente portava a pensare che sarebbe servita, nuovamente, l’ultima giornata ai gigliati per strappare il pass al turno successivo.
NON È UN CASO, quindi, che la squadra di Sousa subisca delle «mutazioni» complete quando non è impegnata in campionato, al punto da sembrare una squadra guidata da un altro tecnico quando non scende in campo nel week end. I numeri sono eloquenti: rispetto alle gare di A, la Fiorentina impegnata nelle coppe (sia nazionali che europee) vince meno, 43% delle partite rispetto al 46%, e, soprattutto, perde molto di più, 36% delle gare rispetto al 25% di quelle valide per il campionato. Gli appassionati viola, negli anni precedenti, erano stati ben abituati dalla Fiorentina di Montella nei contesti fuori dal campionato, sia in Europa League che in coppa Italia. Restando nell’ambito europeo basta ricordare le due esperienze di Montella in Europa League alla guida dei viola, che avevano visto la Fiorentina conquistare la certezza matematica di passare il turno eliminatorio con 2 giornate d’anticipo, in entrambe le annate, grazie alle molte vittorie. I numeri parlano chiaro: nelle 12 gare affrontate dalla Fiorentina di Montella valide per i gironi eliminatori in Europa League, il bilancio è di 9 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta.
IL COMPUTO attuale della squadra di Sousa è più mediocre: in 11 gare nei gironi eliminatori le vittorie sono state 6, i pareggi 3 e le sconfitte 4. L’eventuale successo in Azerbaijan, anche se non servirà certo a Sousa per equilibrare i record di Montella, deve restare, comunque, l’unico obiettivo.
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