L'articolo in questione non ha nessun attinenza con la situazione attuale della Fiorentina e non vuole fare polemica in nessun modo visto anche quanto scritto dal sottoscritto in mattinata. E' una semplice esercitazione goliardica del nostro Vinciguerra che, patito del cinema trash ha ripercorso la vicenda della Longobarda trovando degli appigli con il passato della Fiorentina. Francamente non capisco come si possa pensare che questo articolo possa andare contro l'attuale dirigenza della Fiorentina. NON ERA NEI NOSTRI INTENDIMENTI (Saverio Pestuggia)
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La Longobarda è la Fiorentina, adesso abbiamo le prove!
Dopo un'accurata (e, soprattutto, goliardica) analisi del film abbiamo trovato ben 5 importanti particolari che accostano, in maniera impressionante, le vicende della Longobarda alla storia della Fiorentina
Alzi la mano chi non ha mai visto "L'allenatore nel Pallone", il film che uscì nell'ottobre del 1984, che, ancora oggi, è un cult assoluto nonostante siano passati oltre 30 anni.
La trama del film si basa, come spesso ripetuto dagli stessi autori, su fatti realmente accaduti nel mondo del calcio di allora.
Ebbene, carichi di una buona dose di goliardia, abbiamo analizzato bene diverse scene contenute nel film e siamo giunti alla conclusione che la Longobarda, cioé la sconquassata squadra diretta in panchina Oronzo Canà (ottimamente interpretato da Lino Banfi), potrebbe essere un riassunto proprio della Fiorentina!
Esistono almeno 5 casi (o coincidenze che dir si voglia) che potrebbero costituire la tradizionale "prova" e noi li abbiamo analizzati così:
1° CASO
Il nome dell'allenatore della Longobarda è ORONZO CANA'. In questo caso è quasi superfluo sottolineare l'accostamento con ORONZO PUGLIESE, già allenatore della Fiorentina nella seconda parte del campionato 1970-71 (quella, per intendersi, in cui il "Mago di Turi" portò la Fiorentina alla clamorosa salvezza vincendo solo 3 gare). Oronzo Pugliese fu protagonista, nella sua carriera in generale, di particolari episodi che lo rendono ancora adesso unico nella storia del calcio italiano. Gianni Brera disse di lui che era “un mimo furente di certe grottesche rappresentazioni di provincia”. Sulla panchina, Oronzo Pugliese si agitava, gesticolava, scuoteva la testa, sbracciava, urlava, si esibiva in brevi pantomime. La sua tattica di gioco era: “tu ti stai, io mi sto, tu me la chiedi, io non te la do”. Prima di ogni partita spargeva il sale accanto alla panchina e incaricava uno dei suoi assistenti di gettarne un po’ dietro alla porta degli avversari. Per scacciare il malocchio, diceva, da buon uomo del Sud, pugliese di Bari proprio come Oronzo Canà.
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2° CASO
ORONZO CANA' venne a conoscenza della sua nomina ad allenatore della Longobarda, neopromossa in Serie A, direttamente dalla TV durante una cena, tanto che, alla notizia, svenne letteralmente e cadde dalla sedia. Ebbene, un episodio simile accadde anche nella storia della Fiorentina il 18 dicembre 1977 quando, durante il programma "Domenica Sprint", venne annunciato che la Fiorentina aveva esonerato il tecnico Carlo Mazzone ed aveva scelto di assegnare la squadra all'allenatore in seconda, ossia il mitico MARIO MAZZONI, il quale apprese la notizia mentre si trovava a cena con la famiglia.
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3° CASO
Lo straniero che acquista la Longobarda si chiama ARISTOTELES, con il chiaro riferimento a SOCRATES, celebre giocatore e capitano del Brasile che in Italia disputò una stagione con la Fiorentina nel 1984-85.
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4° CASO
Uno dei "pallini" tattici di Oronzo Canà era il 5-5-5, ossia la celebre "bizona", in cui i difensori avrebbero dovuto spingersi in attacco e gli attaccanti ripiegare spesso in difesa, in modo da creare l'idea di avere cinque giocatori in più, secondo l'ipotesi strampalata del "Vate della Daunia"
Un caso del genere, assurdo a modo suo, accadde , a quanto pare, veramente (secondo quanto racconta l'aneddotica) nel celebre Genoa-Fiorentina 3-1 del 3 giugno 1956, nella partita che vide uscire per la prima ed unica volta sconfitta la squadra viola nell'anno del primo tricolore.
Ultima partita di campionato, la Fiorentina era già matematicamente campione d'Italia da alcune settimane, ad un quarto d'ora dal termine la squadra di Bernardini si trovava in vantaggio per 1-0. Nel corso del 15° minuto della ripresa l'arbitro Jonni non fischiò un plateale rigore per i viola in seguito ad una trattenuta evidente del rossoblù De Angelis, il quale si era letteralmente aggrappato ai pantaloncini di Montuori, il quale, retto dalla sua immensa classe, tentò ugualmente di andare al tiro nonostante il difensore genoano lo stesse letteralmente svestendo. La palla uscì ed il direttore di gara concesse il vantaggio facendo infuriare i viola ed, in particolar modo lo stesso Montuori. Quando, però, 15 minuti dopo l'arbitro decretò un inesistente rigore per il Genoa, in seguito ad una simulazione di Carapellese su un non-contatto con Chiappella, venne giù il finimondo.
Le proteste dei giocatori della Fiorentina non si contavano. Dopo che il "professor" Gren, ex viola realizzò dal dischetto per il Genoa, pare che Montuori stesso, in segno di sfida verso il direttore di gara, impose ai suoi compagni del reparto d'attacco la "retrocessione" in difesa, per dimostrare che l'indistruttibile Fiorentina poteva giocare anche con i reparti invertiti.
Purtroppo non fu così e la squadra, già campione d'Italia, subì altri due gol negli ultimi 5 minuti che le tolsero, di fatto, la soddisfazione di terminare il campionato, dominato in maniera assoluta, da imbattuta.
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5° CASO
All'ultima giornata di campionato la Longobarda di Oronzo Canà, in maniera anche miracolosa vista la rosa mediocre che aveva a disposizione, aveva la possibilità di salvarsi nel caso in cui avesse vinto l'incontro. Il merito di questa situazione era stato, soprattutto, del brasiliano Aristoteles che aveva risolto da solo diverse gare, che avevano garantito alla Longobarda quei punti utili per cercare la salvezza.
Ebbene, mister Canà, prima di quell'ultima giornata, venne convocato dal presidente Borlotti, il quale gli chiese esplicitamente di perdere perché tenere la squadra in Serie A gli costava troppo e non poteva permettersela, specificando che aveva scelto un tecnico abbastanza perdente come lui per tornare più tranquillamente in Serie B. In cambio gli offriva il contratto sulla panchina della Longobarda anche per l'anno successivo fra i cadetti. Il presidente Borlotti gli impose soprattutto di non schierare Aristoteles, in quanto avrebbe potuto vincere da solo la gara.
Oronzo Canà, inizialmente, acconsenti a questa richiesta, ma, durante questa gara finale, proprio nei minuti finali, in seguito ad un impeto di orgoglio, decise di fare entrare Aristoteles al posto di Speroni (giocatore che "remava" contro il tecnico, nonché amante della moglie del presidente).
Il brasiliano sfoggiò tutta la sua classe e, nelle fasi finali di giocò, realizzò i due gol che permisero alla Longobarda di vincere per 2-1 e, quindi, di salvarsi. Gran finale con invasione del pubblico festeggiante che porta in trionfo l'allenatore. Gli unici a non festeggiare con entusiasmo furono i dirigenti della società, beffati dal tecnico che aveva conquistato una parte della squadra e, soprattutto, del pubblico.
Il questo caso l'accostamento, goliardico ovviamente, con la Fiorentina è da ricercarsi, ovviamente, nello striscione esposto in Curva Fiesole (CLICCA PER VISUALIZZARLO) durante Fiorentina-Carpi...
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