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La Fiorentina segna in extremis con “birillo” Orlandini, il Bologna subisce e si dispera

Fu un derby dell’Appennino all’insegna della neve quello del 27 novembre 1977. La Fiorentina si salvò solo all’ultima giornata, grazie soprattutto a quel successo

Stefano Niccoli

Un gol di testa allo scadere per regalare una vittoria insperata alla Fiorentina di Carlo Mazzone. Era il 27 novembre 1977 quando il figliol prodigo Andrea Orlandini, soprannominato "birillo" e marcatore niente meno che di Cruijff al suo esordio in nazionale nel 1974, decise il derby dell’Appennino col Bologna allo stadio Dall’Ara. Nel campionato 1977-78 le due formazioni si affrontarono nel capoluogo emiliano alla nona giornata di andata. I viola, ultimi in classifica a quota tre punti, erano reduci dalla sconfitta interna contro il Lanerossi Vicenza per 1-3. I rossoblù, penultimi a quattro lunghezze e guidati dal Petisso Bruno Pesaola, avevano perso contro il Milan per 1-0 al Meazza la settimana precedente.

Il giorno prima della partita caddero quaranta centimetri di neve sul rettangolo verde del Dall’Ara. Centocinquanta persone lavorarono assiduamente per liberare il campo. Alla fine la gara si giocò, con la precipitazione che terminò appena ventisei ore prima l’inizio dell’incontro. La Fiorentina si schierò con: Galli, Galdiolo, Pellegrini, Tendi, Gola, Rossinelli, Braglia, Orlandini, Caso, Antognoni, Desolati. Il Bologna rispose con: Mancini, Cresci, Roversi, Massimelli, Paris, Maselli, Nanni, Vanello, Bellugi, De Ponti, Chiodi. Arbitro: il signor Domenico Serafino.

A metà primo tempo Desolati riportò una distorsione alla caviglia sinistra. Al suo posto entrò Pierino Prati. La Fiorentina si rese pericolosa con un tiro di Antognoni dalla distanza su passaggio di Orlandini, ma il pallone finì alto sulla traversa. Mancini, in seguito, deviò in angolo un colpo di testa di Caso diretto all’incrocio dei pali. Nella ripresa Antognoni invitò al gol Prati da fondo campo, ma l’estremo difensore rossoblù non si fece sorprendere. Pesaola, poi, sostituì Fiorini con Massimelli. Bologna con le tre punte, modulo tattico in disuso all’epoca. I padroni di casa andarono vicini al vantaggio in due occasioni. Prima Galli salvò su Chiodi, poi De Ponti sbucciò la palla a tu per tu col portiere gigliato. Partita da 0-0? Macché perché all’88’ Orlandini, approfittando di un preciso cross di Antognoni, segnò l’1-0 viola grazie ad un preciso colpo di testa da dentro l’area piccola. Sconfitta pesante per gli emiliani, ultimi in classifica dopo quel ko.

“Antognoni è andato via sulla sinistra, il suo primo traversone è stato ribattuto dalla schiena di Paris. Poi Antonio ci ha riprovato, sono stato bravo a seguire l’azione, ho girato la palla di testa ed è andata bene. Ero solo in area, in mezzo a Maselli e a Bellugi. Antonio mi ha messo un bel pallone”, disse Orlandini, l’eroe di giornata, nel dopo partita.

“La Fiorentina segna in extremis, il Bologna subisce e si dispera”, titolò La Stampa il 28 novembre 1977. Una vittoria – come già scritto – insperata per la compagine toscana che non fece grandi cose per tornare a Firenze con l’intera posta in palio. Mazzone, come disse alla vigilia, si sarebbe accontentato anche del pareggio, ma alla fine conquistò un successo fondamentale per il prosieguo del campionato.

La Fiorentina disputò una stagione tribolata, con ben tre allenatori in panchina nel corso dell’annata: Carlo Mazzone, Mario Mazzoni e Giuseppe Chiappella. La squadra viola si classificò tredicesima a quota venticinque punti. La sconfitta, all’ultima giornata, del Foggia contro l’Inter e il pareggio a reti inviolate tra Genoa e Fiorentina permisero ai gigliati di salvarsi grazie alla miglior differenza reti nei confronti di liguri e pugliesi che retrocessero in Serie B insieme al Pescara. Il miglior marcatore viola fu Ezio Sella con sette gol. A vincere lo scudetto fu la Juventus con quarantaquattro punti. Sul podio, dietro alla Vecchia Signora, Lanerossi Vicenza e Torino.