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BV 1984: prima sconfitta e prime reti al passivo

La stagione prometteva faville. L’arrivo di Socrates in estate e il sospirato recupero di Antognoni dopo l’infortunio, lasciavano presagire vittorie e quello scudetto svanito nel 1982 per un solo punto. …

Redazione VN

La stagione prometteva faville. L’arrivo di Socrates in estate e il sospirato recupero di Antognoni dopo l’infortunio, lasciavano presagire vittorie e quello scudetto svanito nel 1982 per un solo punto. L’annata 1984/85 era del resto iniziata alla grande. Nei primi undici incontri ufficiali, tra Coppa Italia, campionato e Coppa U.E.F.A., i viola avevano realizzato venti reti subendone solo due in Coppa Italia. Nessuna sconfitta, quattro pareggi e imbattibilità da difendere contro la temibile Sampdoria nel pomeriggio del 14 ottobre 1984 allo stadio Luigi Ferraris.

Purtroppo il Capitano ancora non rientra e il centrocampo è quindi in mano a Eraldo Pecci e al brasiliano Socrates, meraviglioso giocatore che la settimana prima ha segnato contro l’Atalanta la sua prima rete in maglia viola con un sublime pallonetto da fuori area. La casella della corsia d’attacco sinistra lasciata vuota da Pasquale Iachini, è occupata da Luca Cecconi che si trova a spalleggiare Paolo Monelli in avanti. I viola sono subito tramortiti dal ritmo e dal gruppo doriano che al settimo minuto si vedono neutralizzare da uno splendido Giovanni Galli in giornata di grazia un rigore calciato dallo scozzese Souness. Il pericolo scampato non fa reagire i ragazzi di De Sisti che, anzi, capitolano al 51’ per una rete di Renica, bissata una manciata di minuti più tardi, da una punizione di Souness deviata in barriera da Passarella. Siamo al 66’ e il pallone che si insacca per la seconda volta alle spalle di Galli mette fine alle speranze gigliate e apre una crisi tecnica di cui, nel pomeriggio di quel 14 ottobre, ancora non se ne intuisce la portata.

Nel frattempo la Fiorentina torna a Firenze con l’imbattibilità perduta, la rete di Galli violata per la prima volta in campionato e con tanti interrogativi ai quali i prossimi incontri daranno risposta.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it