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Fiorentina-SPAL 50 anni dopo: storia di una sconfitta alla “monetina” da vendicare

Esattamente 50 anni fa la Fiorentina condannò, praticamente, la SPAL alla retrocessione, ma, contemporaneamente, gli estensi superarono i viola nella finale del "De Martino" (la manifestazione delle "seconde squadre" dell'epoca) grazie al lancio...

Roberto Vinciguerra

La compagine biancazzurra, infatti, aveva militato quasi sempre in Serie A dal dopoguerra fino a quella stagione e potrebbe apparire, anche, limitativo affermare che la Fiorentina abbia semplicemente privato la SPAL del “palcoscenico del grande calcio” per un mezzo secolo esatto.

La storia di quella primavera del 1968 ci consegna, infatti, diversi retroscena che hanno per protagoniste proprio Fiorentina e SPAL. Gli estensi allenati da Francesco Petagna (nonno dell’attuale attaccante dell’Atalanta) erano in piena corsa per non retrocedere e le tre vittorie consecutive con cui si erano presentati a Firenze avevano contribuito ad alzare notevolmente le loro speranze salvezza. Quel 2-0 a firma Maraschi-De Sisti nella penultima giornata a Firenze contribuì a consolidare il terzo posto per la Fiorentina e, soprattutto, significò il ritorno nella zona “rossa” della squadra estense, con bassissime possibilità di salvezza visto che, nell’ultimo turno, i biancazzurri avrebbero ospitato la Juventus (contro cui persero). In precedenza, però, esattamente il 24 aprile 1968, Fiorentina e SPAL si erano sfidate a Salsomaggiore in occasione della finale del torneo “De Martino”, ossia la celebre competizione riservata alle “seconde” squadre (che sopravvisse fino al 1971). Sulla panchina della Fiorentina sedeva Mario Mazzoni (tecnico anche della squadra “Primavera”), subentrato nel dicembre 1967 ad Andrea Bassi, chiamato, a sua volta, ad allenare la prima squadra dopo l’esonero di "Beppone" Chiappella.

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Entrambe le squadre scesero in campo infarcite di elementi della squadra “titolare” (ricordiamo che, in quel periodo, non esistevano le sostituzioni in Serie A). La Fiorentina andò in vantaggio con Chiarugi sul finire del primo tempo. La SPAL pervenne al pareggio all’inizio della ripresa con Bigon su un cross di Stanzial (già, proprio il Paolino che, solo un anno dopo, avrebbe contribuito al secondo scudetto viola). Il risultato restò inchiodato sull’1-1 fino al termine dei tempi supplementari. Il successo di quell’edizione del “De Martino” venne, quindi, delegato al lancio della “monetina”, modalità che, poche settimane dopo, sarebbe valsa la vittoria dell’Italia sull’URSS nella semifinale dell’unico campionato Europeo vinto dagli azzurri. Quel giorno a Salsomaggiore, però, la fortuna voltò le spalle ai viola e la SPAL mise in bacheca il prezioso titolo. Per i ragazzi di Mazzoni l’appuntamento con la storia, però, era solo rimandato. L’anno successivo, infatti, i vari Ferrante, Merlo, Chiarugi, Esposito, Mancin e Cencetti avrebbero vissuto la più grande stagione della loro carriera, ma questa è un’altra storia…

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