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BV 2002: Scompare a Firenze Alberto Galassi

Mentre la Associazione Calcio Fiorentina si dibatte nella peggiore crisi da quando è stata costituita e che la condurrà alla dolorosa cancellazione dal football italiano, si spenge uno dei suoi …

Redazione VN

Mentre la Associazione Calcio Fiorentina si dibatte nella peggiore crisi da quando è stata costituita e che la condurrà alla dolorosa cancellazione dal football italiano, si spenge uno dei suoi più grandi attaccanti di sempre che per cinque magnifici anni ha dato un contributo fondamentale nel riportare sorrisi e speranze in una città martoriata dalle ferite della guerra.

Alberto Galassi, umbro di nascita e fiorentino d’adozione, arriva in viola, via Bologna, nel 1947 andando a fare coppia fissa nell’attacco gigliato con Renato Gei e partecipando attivamente alla creazione di uno zoccolo duro di Campioni che andranno a conquistare il primo tricolore di lì ad una manciata di anni. Giocatore molto atletico e amante delle acrobazie, Alberto aveva la capacità di sfruttare al meglio il proprio esuberante fisico per realizzare reti che spesso sono state immortalate in copertine di giornali specializzati per la loro spettacolarità. Nella sua carriera gigliata è riuscito a integrarsi ottimamente con il già citato Gei, con Giovanni Sperotto e con Riccardo Dalla Torre ottenendo sempre ottimi risultati e meritandosi la chiamata nelle varie Nazionali: quella studentesca, quella dei “cadetti” e in quella maggiore tra i così detti “azzurrabili”, ossia in quel gruppo di giocatori selezionati e testati per far parte dei convocati nelle varie competizioni ed amichevoli. In viola segna 63 reti - tutte nella massima serie - in 137 presenze toccando l’apice nel campionato 1949/50 quando, con 24 realizzazioni, è il primo italiano della classifica marcatori dietro Nordhal, Nyers, Hansen e Santos.

Insomma: un ciclone, un grandissimo pezzo storia del football viola e italiano che, all’età di quasi ottanta anni si risparmia la mortale delusione del fallimento della sua Fiorentina e chiude gli occhi per sempre. Era il 21 maggio del 2002.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it