La designazione di Enzo Barbaresco di Cormons per la partita clou della giornata Juventus-Fiorentina al Comunale di Torino in programma per il primo di aprile del 1984 è salutata dai tifosi viola con caroselli in città per tutti i tre giorni antecedenti l’incontro. Del resto, un arbitro che prima convalidò e poi annullò una rete valida dei granata in Sampdoria-Torino nel 1972 - per la cronaca quell’anno il Toro perse lo scudetto per un punto a vantaggio, ovviamente, della Juventus - e che addirittura nel 1975 non vide un raccattapalle buttare fuori dalla porta una rete di Savoldi in Ascoli-Bologna, era una garanzia. Fu così. I padroni di casa si presentano senza Michel Platini, ma la Fiorentina è decisamente messa peggio: alla gravissima assenza di Giancarlo Antognoni, alle prese con l’infortunio subito un mese e mezzo prima, si aggiungono quelle di Daniel Bertoni e di Lele Oriali. Il tecnico De Sisti opta per Federico Rossi e Alessandro Bertoni come sostituti e schiera una formazione guardinga ma pericolosissima nelle ripartenze. L’incontro, che vede diverse occasioni per i bianconeri e alcune anche per la Fiorentina, ha un sussulto a metà del primo tempo quando Barbaresco non vede, manco a dirlo, un chiaro fallo da rigore di Brio ai danni di Monelli. Tra tiri in porta neutralizzati da Giovani Galli e sciagurati errori al tiro da parte di Alessandro Bertoni ed Eraldo Pecci, si arriva al novantesimo. Con l’imbrunire - è una giornata nuvolosa e uggiosa - l’arbitro aguzza la sua proverbiale vista da aquila e concede senza esitazione un calcio di rigore ai padroni di casa per una spinta di Pecci al solitamente solidissimo Boniek che frana rovinosamente a terra. Si incarica del tiro Beniamino Vignola che segna la rete della vittoria e, praticamente, dell’ennesimo scudetto bianconero vinto sul campo.
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BV 1984: Che fortuna! L’arbitro Barbaresco di Cormons
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