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BV 1981: Un sublime pallonetto di un piede fatato

Dopo la vittoria all’esordio contro il Como, la Fiorentina di Picchio De Sisti è subito chiamata ad una prova impegnativa a San Siro contro il Milan guidato in panchina da …

Redazione VN

Dopo la vittoria all’esordio contro il Como, la Fiorentina di Picchio De Sisti è subito chiamata ad una prova impegnativa a San Siro contro il Milan guidato in panchina da una vecchia conoscenza viola, Gigi Radice. È il 20 settembre del 1981: la formazione gigliata indossa pantaloncini viola sotto una casacca bianca con il nuovo discusso simbolo del Club e si schiera con gli undici titolari con Antonello Cuccureddu che, nel corso della stagione, si alternerà con Renzo Contratto lungo la corsia di destra. Il Milan - appena risalito dalla serie cadetta - ha la fretta imposta dal blasone di tornare a livelli elevati, ma deve fare i conti con il nuovo modulo impostato dal nuovo allenatore e un assetto societario non stabile. Ne viene fuori una partita tattica e prudente da entrambe le parti con qualche occasione da rete dei padroni di casa e una loro recriminazione per una spallata di Roberto Galbiati in area ai danni di Roberto Mandressi. Il cielo coperto di quel pomeriggio viene però squarciato da un improvviso lampo di ineguagliabile classe: Giancarlo Antognoni, notato il portiere rossonero Ottorino Piotti leggermente fuori dai pali pronto ad una uscita per un probabile centro del Capitano, da una ventina di metri e leggermente spostato sulla destra, accarezza il pallone con il collo del piede per scavalcare l’estremo difensore avversario. La sfera che in volo pare morbida come una caramella gommosa, si muove lentamente verso l’obiettivo con tutti gli occhi degli spalti gremiti addosso oltre ai due terrorizzati di un impotente Piotti. La palla sbatte sulla traversa e torna in campo salvando l’imbattibilità della difesa rossonera e negando al nostro Giancarlo una rete da antologia. “L’ho visto fare in televisione da Pelè” - ammetterà Antognoni con quella semplicità che ce lo fa amare. L’incontro termina zero a zero, ma coloro che hanno vissuto dal vivo quel gesto tecnico è rimasto incantato molto più che da tante reti.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it