Quando nel settembre del 1970 la forte formazione della Stella Rossa di Belgrado si presenta al Comunale di Firenze per un’amichevole contro la Fiorentina restituendo così la visita ricevuta dai viola nell’aprile dello stesso anno, può fregiarsi del doppio titolo di Campione di Yugoslavia e della Coppa nazionale. Tra l’altro lo scudetto appena conquistato rappresenta il decimo della sua relativamente breve storia essendo il Club stato fondato nel 1945. L’allenatore è il macedone Miljan Miljanić che, di lì a poco, si confermerà come uno dei tecnici più affermati d’Europa. La Fiorentina di Pesaola presenta al proprio pubblico per la prima volta il nuovo costoso acquisto Alessandro Vitali - arrivato dal Lanerossi Vicenza - incaricato di sostituire Mario Maraschi passato proprio al Vicenza nell’ambito della medesima operazione. L’avvio è folgorante: trascorsi poco più di quindici minuti, il neo attaccante viola riceve la palla da Merlo, si allarga verso il fondo destro dello schieramento difensivo yugoslavo e, da posizione assai defilata, scarica un fulminante tiro che si insacca alle spalle dell’incolpevole portiere Dujković. Una rete così, alla prima seria uscita stagionale, di fronte al proprio pubblico, rappresenta il sogno di ogni tifoso e di ogni calciatore che voglia conquistare il cuore dei sostenitori. Tutto il resto dell’incontro passa in secondo piano: la reazione degli ospiti che dominano e segnano due reti con una sfortunata autorete di Ferrante e con Karasi; il contestato pareggio nella ripresa di Giorgio Mariani servito ancora da Vitali; qualche malumore del pubblico per la prova non brillantissima della squadra. Poi, all’83’, la meritata standing ovation per l’uscita dal campo di Vitali sostituito da Emiliano Macchi. Alessandro esce felice: quell’esordio non lo dimenticherà nessuno.
statistiche
BV 1970: Alessandro Vitali conquista Firenze
Quando nel settembre del 1970 la forte formazione della Stella Rossa di Belgrado si presenta al Comunale di Firenze per un’amichevole contro la Fiorentina restituendo così la visita ricevuta dai …
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA