La data odierna del 13 dicembre è velata di tristezza: nel 1964 scompare in Uruguay a Montevideo Pedro Petrone, il primo attaccante di livello mondiale nella storia della Fiorentina. L’arrivo di Pedro alla Fiorentina nell’estate del 1931 rappresentò la decisiva svolta della sprovincializzazione del Club del marchese Ridolfi: insieme a Pitto, Bigogno, Prendato e Pizziolo, il fuoriclasse uruguayano marchiò in quella sua prima stagione la consacrazione a livello nazionale dell’ancora giovanissima Associazione Fiorentina del Calcio. Le sue 25 reti della prima stagione gli permisero di vincere la classifica dei cannonieri - a pari merito con il bolognese Schiavio - inondando di racconti più o meno fantasiosi, oltre che di reti, la sua permanenza fiorentina. Amante della bella vita, delle belle donne e del dolce far niente, affidava al suo incomparabile talento il rimedio alle defezioni di allenamento. Mentre i compagni faticavano sui campi di allenamento o si concentravano tutti insieme prima di una gara importante, lui magari dormiva beatamente per arrivare una mezzoretta prima dell’inizio della gara e magari risolvere però il risultato con una delle sue straordinarie giocate. La fuga in patria durante la stagione successiva con la conseguente pesante squalifica, segnò la fine dell’avventura fiorentina nonostante i suoi rimpianti, quelli di tutti i tifosi gigliati e i vani tentativi di rientrare in squadra.
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Il Battito Viola di oggi
Nel 1962 Giuseppe Bigogno andò a Montevideo trovandolo croupier in una casa da gioco e nostalgico della sua bella scuderia che aveva chiamato Fiorentina e i cui fantini correvano con la giubba viola.
Petrone era una stella viziata ma dal cuore sinceramente colmo d’amore per la nostra città e la nostra squadra di football: come si fa a non voler bene a un Campione di questa grandezza?
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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