Dopo tre pareggi consecutivi la Fiorentina ha la ghiotta occasione di avvicinarsi ai quartieri alti della classifica affrontando al comunale il Catania di Carmelo Di Bella - oggi sostituito in panchina dal vice Valsecchi - che si trova a soli due punti dal fondo della graduatoria. Fiorentina largamente incompleta: nella lista dei titolari mancano Petris, Robotti e lo sfortunato Guarnacci colpito da un grave lutto familiare. È il 22 dicembre del 1963: si tratta della penultima gara interna dell’anno e i ragazzi di Chiappella partono all’arrembaggio con la convinzione di chiudere l’incontro sin dalle prime battute. Nonostante l’impegno l’incontro è privo di spunti degni di nota; il Catania si difende con ordine e con altrettanta decisione chiudendo ogni varco alle incursioni dei padroni di casa che schierano Maschio e Lojacono nell’inedito ruolo di interni.
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BV 1963: Costa cara al Loja la sua generosità
Il Battito Viola di oggi
La ripresa si apre con un clamoroso errore di Rino Marchesi dal dischetto: il Sig. Adami concede infatti un generoso penalty ai viola forse per farsi perdonare un marchiano errore nella prima frazione quando aveva decretato una misteriosa punizione a due in area per un fallo su Hamrin degno della massima punizione. Marchesi - due errori su trentatre rigori in carriera sino a quel momento - calcia sicuro ma Vavassori respinge. Proprio quando sembra che il risultato sia inchiodato premiando i baluardi etnei, Maschio, a seguito di un bel tiro respinto di Lojacono, realizza per il vantaggio viola a soli quindici dal termine. Pare fatta e invece sull’azione seguente, in pratica l’unica degli ospiti, il mischione in area è risolto da Pirovano che respinge il pallone ad Albertosi battuto ma, secondo l’arbitro, oltre la linea di porta. Il punto è assegnato a Danova, futuro Campione d’Italia proprio con la maglia viola.
A fare le spese del seguente nervosismo sono Bartù e Fanello - entrambi espulsi per reciproche scorrettezze - e il generosissimo Lojacono che, visto il compagno azzuffarsi, corre in suo aiuto a difenderlo beccandosi però il rosso diretto dall’inflessibile Adami.
La gara termina dunque uno a uno con il direttore di gara costretto ad uscire da una occasionale porta di servizio per sfuggire all’ira dei focosi tifosi gigliati in feroce attesa della sua uscita dallo stadio per manifestare la propria rabbia.
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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